‘Cambiare il Pr’ Iniziativa riuscita
Entro la fine della settimana la consegna alla Cancelleria comunale di una prima tranche di 1’500 sottoscrizioni; le altre seguiranno a giugno ‘No’ al maxi-resort: raccolte e superate le firme necessarie, ma non ci si ferma
Raggiunta e superata quota 1’500 firme a margine delle proteste per il temuto progetto di maxi-resort al Monte Brè. Dove intanto anche la Pro locale si fa viva con i proprietari immobiliari.
È ufficiosamente riuscita, l’iniziativa popolare che chiede al Municipio di Locarno di mettere al riparo la zona montana da potenziali speculazioni edilizie. I promotori – l’associazione “Salva Monte Brè”, supportata da un comitato misto formato da personalità locarnesi appartenenti a diverse correnti politiche – hanno confermato alla “Regione” che, a tre settimane dal lancio, il quorum delle 1’500 firme necessarie è già stato raggiunto e ampiamente superato (siamo a 1’800) e il malloppo sarà consegnato nei prossimi giorni a Palazzo Marcacci. Comunque, la raccolta non si ferma e il “saldo” verrà depositato dopo la scadenza, fissata al 22 giugno. L’obiettivo dell’iniziativa è modificare il Piano regolatore comunale adattando i parametri edificatori relativi ai volumi edilizi, ai bonus edificatori e alle disposizioni di occupazione del suolo “nello spirito dell’evoluzione avvenuta finora nel comparto”. Un’evoluzione che, con la nascita del progetto e l’acquisto dei sedimi necessari, ha portato a due grandi accorpamenti di terreni e al “rischio” che i parametri edificatori in vigore possano venir sfruttati non per singole parcelle così come stabilito a suo tempo, ma su superfici di 12mila metri quadrati (per l’hotel “5 stelle superior” con annessi e connessi) e 15mila metri quadrati (per le ville e le suites extralusso). L’auspicio dei promotori è un adeguamento della zona pianificatoria montana “ai disposti della Legge federale sulla pianificazione del territorio, secondo le modifiche accolte in votazione popolare nel 2013 ed entrate in vigore il 1° maggio del 2014”. Questo, ben sapendo che un’azione istituzionale in tal senso richiederà molto più tempo rispetto a quello che sarà necessario ai promotori immobiliari della Augur Invest Ag per presentare la fatidica domanda di costruzione per il megaresort al Monte Brè. Perciò, come sottolineato ancora di recente da un membro del comitato di appoggio dell’iniziativa popolare – l’ex municipale Diego Erba – in occasione dell’assemblea dell’associazione di quartiere Solduno-Ponte BrollaVattagne, una prima risposta garantista rispetto alle preoccupazioni popolari piuttosto generalizzate potrebbe essere l’istituzione di un zona di pianificazione. Il vantaggio, secondo chi la auspica, è l’immediatezza dello strumento, che “congelerebbe” di fatto ogni possibilità di intervento edilizio sul territorio in questione fino all’entrata in vigore del piano sostitutivo (ma non oltre 5 anni, con possibilità di proroga). Stando a nostre informazioni, questa soluzione non fa l’unanimità in Municipio. C’è chi la ritiene sproporzionata rispetto al caso specifico, oppure teme che un blocco simile aprirebbe a richieste di risarcimento milionario da parte dei promotori immobiliari. Comunque, zone di pianificazione erano state istituite nel 2010 per il settore 4 (dai Saleggi all’argine della Maggia) e nel 2016 per alcuni oggetti destinati ad essere riconosciuti come bene culturale.