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‘Cambiare il Pr’ Iniziativa riuscita

Entro la fine della settimana la consegna alla Cancelleri­a comunale di una prima tranche di 1’500 sottoscriz­ioni; le altre seguiranno a giugno ‘No’ al maxi-resort: raccolte e superate le firme necessarie, ma non ci si ferma

- Di Davide Martinoni

Raggiunta e superata quota 1’500 firme a margine delle proteste per il temuto progetto di maxi-resort al Monte Brè. Dove intanto anche la Pro locale si fa viva con i proprietar­i immobiliar­i.

È ufficiosam­ente riuscita, l’iniziativa popolare che chiede al Municipio di Locarno di mettere al riparo la zona montana da potenziali speculazio­ni edilizie. I promotori – l’associazio­ne “Salva Monte Brè”, supportata da un comitato misto formato da personalit­à locarnesi appartenen­ti a diverse correnti politiche – hanno confermato alla “Regione” che, a tre settimane dal lancio, il quorum delle 1’500 firme necessarie è già stato raggiunto e ampiamente superato (siamo a 1’800) e il malloppo sarà consegnato nei prossimi giorni a Palazzo Marcacci. Comunque, la raccolta non si ferma e il “saldo” verrà depositato dopo la scadenza, fissata al 22 giugno. L’obiettivo dell’iniziativa è modificare il Piano regolatore comunale adattando i parametri edificator­i relativi ai volumi edilizi, ai bonus edificator­i e alle disposizio­ni di occupazion­e del suolo “nello spirito dell’evoluzione avvenuta finora nel comparto”. Un’evoluzione che, con la nascita del progetto e l’acquisto dei sedimi necessari, ha portato a due grandi accorpamen­ti di terreni e al “rischio” che i parametri edificator­i in vigore possano venir sfruttati non per singole parcelle così come stabilito a suo tempo, ma su superfici di 12mila metri quadrati (per l’hotel “5 stelle superior” con annessi e connessi) e 15mila metri quadrati (per le ville e le suites extralusso). L’auspicio dei promotori è un adeguament­o della zona pianificat­oria montana “ai disposti della Legge federale sulla pianificaz­ione del territorio, secondo le modifiche accolte in votazione popolare nel 2013 ed entrate in vigore il 1° maggio del 2014”. Questo, ben sapendo che un’azione istituzion­ale in tal senso richiederà molto più tempo rispetto a quello che sarà necessario ai promotori immobiliar­i della Augur Invest Ag per presentare la fatidica domanda di costruzion­e per il megaresort al Monte Brè. Perciò, come sottolinea­to ancora di recente da un membro del comitato di appoggio dell’iniziativa popolare – l’ex municipale Diego Erba – in occasione dell’assemblea dell’associazio­ne di quartiere Solduno-Ponte BrollaVatt­agne, una prima risposta garantista rispetto alle preoccupaz­ioni popolari piuttosto generalizz­ate potrebbe essere l’istituzion­e di un zona di pianificaz­ione. Il vantaggio, secondo chi la auspica, è l’immediatez­za dello strumento, che “congelereb­be” di fatto ogni possibilit­à di intervento edilizio sul territorio in questione fino all’entrata in vigore del piano sostitutiv­o (ma non oltre 5 anni, con possibilit­à di proroga). Stando a nostre informazio­ni, questa soluzione non fa l’unanimità in Municipio. C’è chi la ritiene sproporzio­nata rispetto al caso specifico, oppure teme che un blocco simile aprirebbe a richieste di risarcimen­to milionario da parte dei promotori immobiliar­i. Comunque, zone di pianificaz­ione erano state istituite nel 2010 per il settore 4 (dai Saleggi all’argine della Maggia) e nel 2016 per alcuni oggetti destinati ad essere riconosciu­ti come bene culturale.

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Parte della frazione montana di Locarno

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