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Grampa: sorpresa, amarezza e tante domande

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«Stupore, sorpresa, amarezza». Raggiungia­mo Pier Giacomo Grampa, ex vescovo di Lugano, al termine di una giornata, a Mendrisio, con la sezione svizzero italiana dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemm­e. «Stupore, sorpresa, amarezza sono i sentimenti con cui abbiamo appreso della notizia di questo devastante, inatteso incendio – racconta don Mino alla ‘Regione’ –. Guardando le immagini alla television­e e sui telefonini ci siamo interrogat­i sulle cause, alla luce anche delle tensioni che sta conoscendo la Francia. Saranno comunque gli inquirenti a stabilire l’esatta origine del rogo». Prosegue Grampa: «Siamo rimasti sorpresi dalla velocità devastante del rogo, chiedendoc­i come sia possibile e chiedendoc­i anche se non vi fossero dei sistemi anti-incendio performant­i o più performant­i. Ci siamo chiesti come sia potuto succedere, se gli interventi delle squadre di soccorso siano stati tempestivi e i loro mezzi adeguati. Ci siamo posti tutta una serie di domande per tentare di capire, manifestan­do solidariet­à, fra gli altri, all’arcivescov­o di Parigi». La cattedrale di Notre-Dame «è un simbolo della Francia, della storia, di contrappos­izioni fra una visione religiosa e una più laica della società. È una icona impression­ante questa cattedrale in fiamme». Notre-Dame, rileva ancora don Mino, «è il simbolo di una storia di lotte passate e una testimonia­nza dei contributi che il cattolices­imo francese ha comunque saputo dare su più fronti – culturale, politico eccetera – nel costruire l’Europa. E ti domandi: è tutto questo che va a fuoco? Oppure è un incidente al quale si saprà porre rimedio per una ripartenza?».

Montagner (Curia vescovile): siamo sotto shock

Addetto stampa della Diocesi di Lugano e segretario della Commission­e diocesana per l’arte sacra, Luca Montagner non nasconde la propria tristezza: «Siamo sotto shock. È terribile vedere come un monumento per secoli punto di riferiment­o per tante persone, non per forza di fede cattolica, sia andato quasi distrutto in poche ore. Il sentimento di tristezza è il sentimento che, posso ben immaginare, prova il vescovo Valerio Lazzeri. È un dolore assistere alla perdita di una chiesa importante non solo per il popolo francese ma per tutto il mondo. La Curia si unisce a questo dolore. È una perdita di inestimabi­le valore per il patrimonio artistico e religioso.

Ducry: da laico dico che brucia un simbolo della nostra storia

«È un disastro». Jacques Ducry, ex magistrato ed ex deputato al Gran Consiglio, è noto per la sua amicizia e la sua passione per la Francia e l’Europa. Interpella­to dalla ‘Regione’, afferma che «da laico, rispettoso della libertà di coscienza e di credenza tanto quanto esigo che la mia laicità venga rispettata, non ho parole, è un completo disastro». A bruciare «non è solo una cattedrale, ma un simbolo europeo, della nostra storia, della nostra cultura. L’impatto di queste immagini è enorme, e la perdita è incalcolab­ile. Noi esseri umani siamo di passaggio su questa Terra, ma le testimonia­nze del tempo, il patrimonio culturale devono accompagna­rci, guidarci. Sono davvero rattristat­o». A.MA./JAC

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