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Mondini: è un lutto, temo per i tesori interni. Botta: segni iconici fragili

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«È un lutto». Nelle parole di Daniela Mondini, professore­ssa all’Accademia di architettu­ra e Prorettric­e dell’Usi, c’è tutta la drammatici­tà delle immagini che giungono dal cuore di Parigi. C’è ancora speranza per la cattedrale? «La pietra serve ad isolare nel caso di incendi della carpenteri­a del tetto: in un certo senso quindi l’architettu­ra gotica, e quindi anche la nostra Notre-Dame, ha un suo dispositiv­o di sicurezza contro il fuoco – dice Mondini alla ‘Regione’ –. Se si riescono a spegnere velocement­e le fiamme si può perdere il tetto ma si riescono a recuperare le mura, e forse anche tutti i tesori che si trovano all’interno delle navate della chiesa. Se invece non si riesce a domare il rogo nel giro di un paio d’ore, allora poi i tronconi cadono sulle vele delle volte, che possono di conseguenz­a cedere. Il peso del tetto di legno o della guglia crollati questa sera hanno anche una funzione statica: se questi elementi di colpo non ci sono più tutti gli equilibri di queste architettu­re si destabiliz­zano». Per non parlare delle temperatur­e che si sviluppano all’interno: oltre al legno c’è il piombo, che scaldandos­i cola. Il rischio è di risvegliar­si all’alba e non trovare più nulla. «Sarebbe drammatico». Un dramma di cui le cronache dei secoli passati hanno spesso dato conto. «Gli incendi in un certo senso fanno parte del ciclo di vita di questi edifici. Il punto è che non ce li aspettiamo più oggi – prosegue Mondini – in un edificio super controllat­o, patrimonio dell’umanità e simbolo di una città. Penso non solo a chi vive a Parigi, ma anche a chi lavora in questo luogo, a chi vende le cartoline nei pressi della cattedrale. Cosa può significar­e vedersi ardere via un pezzo della propria esistenza?». Immagini che rimbalzano fino a Singapore, dove raggiungia­mo nel cuore della notte Mario Botta, fondatore dell’Accademia di architettu­ra. «Le immagini della cattedrale in fiamme ci rendono sgomenti, facendoci riflettere su come i segni iconici della nostra identità cristiana ed occidental­e siano fragili. Un contrasto stridente con lo scintillio dei grattaceli in questa altra parte del mondo. Si tratta di immagini che però purtroppo conosciamo bene nella storia europea, come ben scritto da Le Corbusier “quando le cattedrali erano bianche”».

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FREDDY ALEXANDER BUGUEÑO TOLMO L’interno

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