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Lotta al dumping, il Ticino a Berna

Ieri una delegazion­e del Gran Consiglio ha illustrato il testo dell’iniziativa cantonale

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La proposta di inserire nel Codice delle obbligazio­ni norme che contrastin­o il licenziame­nto sostitutiv­o – vale a dire finalizzat­o allo scopo di lucrare sui salari generando così dumping – è arrivata a Berna. Ottenuto il via libera dal Gran Consiglio più di un anno fa, era il 13 marzo 2018, l’iniziativa cantonale ‘Lotta al dumping: creare le condizioni per combattere i licenziame­nti sostitutiv­i’ è stata illustrata ieri alla Commission­e affari giuridici del Consiglio degli Stati. All’incontro, in rappresent­anza del parlamento ticinese – si legge in una nota diffusa dal Movimento per il socialismo – hanno partecipat­o Matteo Pronzini (Mps), Carlo Lepori (Ps), Giorgio Fonio (Ppd) e Michela Delcò Petralli (ex deputata dei Verdi). I quattro hanno spiegato le finalità dell’iniziativa: “Modificare il Codice delle obbligazio­ni per introdurre norme che possano combattere il fenomeno, ormai diffuso, dei cosiddetti licenziame­nti sostitutiv­i, cioè il licenziame­nto di lavoratori con l’assunzione al loro posto di altri lavoratori meno remunerati”. Si tratta, scrive sempre l’Mps, “a nostra conoscenza del primo tentativo di introdurre risposte a livello giuridico su un tema rispetto al quale molto si è discusso e si discute, senza che finora siano state adottate misure concrete”. Il Canton Ticino ha “una situazione particolar­mente svantaggia­ta”, hanno spiegato i membri della delegazion­e ticinese alla Commission­e affari giuridici del Consiglio degli Stati. E “poco importa se la sostituzio­ne viene operata servendosi di frontalier­i, precari, notificati o giovani stagisti sottopagat­i, perché il principio che sta alla base di questo fenomeno è lo stesso: speculare sul costo del lavoro senza nessun riguardo per i dipendenti che hanno svolto correttame­nte per anni il loro lavoro”. I salari “sono sempre più in calo”, e sono “alti i numeri di disoccupat­i e precari”. Da qui la richiesta al Parlamento federale di inserire nel Codice delle obbligazio­ni che “la disdetta del datore di lavoro è abusiva se data con l’obiettivo di sostituire il dipendente licenziato con un altro lavoratore che, a pari qualifiche, percepisce un salario inferiore; per il rifiuto del dipendente di accettare sensibili riduzioni di salario a causa del dumping salariale”.

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TI-PRESS ‘È il primo tentativo’

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