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La regola delle stime sballate

Nel complesso l’eccedenza è stata di 2,3 miliardi di franchi, mentre ci si aspettava un ‘rosso’ di 23 milioni. Entrate fiscali largamente sottostima­te.

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Come la Confederaz­ione, anche i Cantoni sono stati troppo pessimisti nei loro preventivi per il 2018: alla fine tutti – ad eccezione di Giura e Obvaldo – hanno chiuso l’anno con conti in positivo. È quanto emerge da un’analisi effettuata da Keystone-Ats sulla base dei consuntivi presentati sin qui da 24 Cantoni; mancano solo Berna e Neuchâtel. I Cantoni considerat­i avevano complessiv­amente messo a preventivo un rosso di 23 milioni di franchi: in realtà hanno chiuso i conti con un’eccedenza di 2,3 miliardi. Anche chi ha terminato in rosso lo ha fatto con toni meno accesi di quanto temuto: Giura, con 1 milione contro i 6 preventiva­ti, Obvaldo con 29 milioni contro 36 milioni. Dei dieci Cantoni che avevano pronostica­to un deficit, otto hanno terminato l’anno con dati molto positivi: si tratta di Ginevra, Lucerna, Grigioni, Nidvaldo, Uri, Appenzello Interno, Glarona e Sciaffusa. Otto Cantoni (Zurigo, Argovia, Basilea Città, Basilea Campagna, Ginevra, San Gallo, Ticino e Svitto) hanno presentato un’eccedenza a tre cifre. Zurigo mostra il risultato più significat­ivo, con 548 milioni in più in cassa. Anche il Ticino ha pubblicato cifre rallegrant­i (137 milioni). Gli errori di stima più marcati sono stati commessi a Zurigo, Ginevra e ad Aarau. Nel cantone più popoloso della Svizzera i conti hanno chiuso in migliorame­nto di 494 milioni rispetto al preventivo. Ginevra si è sbagliato di 409 milioni, Argovia di 299, il Ticino di 68 milioni. Quasi tutte le eccedenze sono da ricondurre a un significat­ivo aumento del gettito fiscale. Ad esempio nei Grigioni sono entrati 800 milioni di franchi: non era mai successo. La gran parte dei Cantoni avevano inoltre sottostima­to le entrate della loro quota di imposta federale. Per giustifica­re i bilanci più rallegrant­i vengono anche spesso citati effetti straordina­ri. Fra questi figurano gli introiti generati dalla distribuzi­one degli utili della Banca nazionale svizzera, che nel 2018 sono raddoppiat­i. In alcune regioni – è il caso in particolar­e dei Grigioni – hanno pesato anche i rimborsi da parte di AutoPostal­e dopo la frode relativa alle sovvenzion­i. Il buono stato delle finanze consente ai Cantoni di effettuare investimen­ti significat­ivi. Vaud, ad esempio, ha riservato 30 milioni di franchi per il previsto centro di ricerca sul cancro di Losanna, mentre i Grigioni hanno riservato parecchio denaro per il prefinanzi­amento del centro universita­rio di Coira. Spesso il denaro viene però destinato alle riserve o utilizzato per ridurre i debiti. Lucerna ritiene per esempio di avere a portata di mano l’obiettivo ‘zero debiti’. La sana situazione finanziari­a della maggior parte dei Cantoni si riflette anche in indici di autofinanz­iamento in alcuni casi in larga misura oltre il 100%. Gli investimen­ti possono quindi provenire da risorse proprie. Una delle poche grandi eccezioni è Obvaldo, il cui tasso di autofinanz­iamento è fortemente negativo a causa di un deficit struttural­e. Il buon andamento è dovuto anche alla disciplina sul fronte delle spese. Le amministra­zioni spendono spesso meno di quanto messo in conto. Ma quando le casse sono piene si fanno prontament­e sentire anche le richieste di sgravi fiscali. Vista la consistent­e eccedenza, Zurigo ne discuterà in dicembre. Anche Svitto vede un potenziale di riduzione delle imposte. Come da tradizione i responsabi­li delle finanze cercano di far fronte agli appetiti parlando del previsto peggiorame­nto della situazione economica nei prossimi anni. I Cantoni mantengono quindi i programmi di austerità adottati nel passato. Christian Keuschnigg, professore di economia all’università di San Gallo, è convinto che non vi sia una tendenza sistematic­a a peggiorare le previsioni in sede di preventivo. Non è facile prevedere l’andamento dell’economia e, di conseguenz­a, il gettito fiscale, spiega l’esperto di finanze pubbliche. In linea di principio è comunque una buona notizia finire l’anno in attivo invece che in deficit. Con un po’ di ritardo ciò offre infatti la possibilit­à di procedere a sgravi fiscali, di ridurre il debito o di effettuare investimen­ti. I Cantoni possono inoltre meglio prepararsi agli imprevisti.

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TI-PRESS/GALLI Il Ticino non fa eccezione

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