Il bagarinaggio è online
Per gli esperti del settore, il ‘secondary ticketing’ gode della visibilità data da Google. Inoltre, la legislazione elvetica è piuttosto permissiva.
Un fenomeno in piena espansione e un mercato mondiale da oltre 15 miliardi di franchi: dalle piazze davanti a stadi e teatri, il bagarinaggio si è trasferito sul web. Le piattaforme online proliferano anche grazie a Google e alla legislazione elvetica piuttosto permissiva. Il ‘secondary ticketing’, la rivendita a prezzi maggiorati di biglietti per ogni genere di eventi, è un vero e proprio mercato parallelo ai canali di vendita ufficiali, fomentato dall’alta richiesta del pubblico di assistere a concerti, spettacoli, rappresentazioni teatrali e appuntamenti sportivi che spesso fanno registrare il tutto esaurito. Secondo un rapporto del 2017 della società inglese di analisi e ricerca Technavio, si stima che questo business – dominato da società internazionali come Viagogo, Stubhub, Seatwawe e numerose altre – raggiungerà entro il 2020 un valore pari a 15,19 miliardi di franchi a livello mondiale. “Per eventi con una forte domanda, anche se non ci sono cifre esatte, fino al 5% dei biglietti viene offerto tramite queste piattaforme”, spiega Stefan Epli, portavoce della società specializzata nella vendita di biglietti Ticketcorner, aggiungendo
che “i siti di rivendita si sono immessi sul mercato con metodi sleali a discapito di fan, organizzatori e artisti”. Secondo Vincent Sager, direttore di Opus One, società vodese che organizza e produce eventi in tutta la Svizzera, “il pubblico è spesso indotto in errore da elementi di comunicazione poco etici (‘ultimi tagliandi disponibili’,
‘solo il 2% di biglietti rimasti’, ecc.) e dal fatto che gli attori del mercato secondario ottengono molta visibilità su Google”. Il motore di ricerca “può essere considerato il ‘più grande’ promotore di questo mercato indesiderato, poiché queste piattaforme si assicurano i primi risultati di ricerca sul web attraverso annunci su Google ben pagati”, rileva da parte sua Stefan Breitenmoser, direttore della Swiss Music Promoters Association, l’associazione professionale svizzera che raggruppa gli organizzatori di concerti, spettacoli e festival musicali. Il costo del biglietto per partecipare all’evento – sui canali non ufficiali – aumenta anche fino a cinque volte o più il suo valore iniziale. Tuttavia, in virtù della libertà di commercio questo ‘mercato grigio’ è autorizzato nella Confederazione: chiunque può acquistare diversi biglietti per un evento e rivenderli successivamente a prezzi spesso proibitivi. Trattando il tema, sia il parlamento nazionale, sia il Consiglio federale hanno preferito sostenere la libertà di commercio, che verrebbe limitata nel caso in cui ci fosse una legge contro il ‘secondary ticketing’. Ad esempio, nel 2016 la Camera del popolo ha respinto una mozione di Sebastian Frehner (Udc/Bs) che chiedeva una modifica della Legge contro la concorrenza sleale, “affinché i biglietti di concerti ed eventi sportivi non possano essere rivenduti a un prezzo più alto rispetto a quello originale”. Il Consiglio federale, nelle sue risposte, aveva indicato che la rivendita di prodotti e servizi seguiva il principio della libera concorrenza, della garanzia della proprietà e della libertà economica. In Svizzera sono però in corso diversi procedimenti giudiziari. “A seconda del loro esito, la giurisprudenza potrebbe essere in grado di proteggere in modo più efficace consumatori e organizzatori”, sottolinea Sager.