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Anziani, vertici sotto inchiesta

Il Municipio di Balerna ha messo sotto la lente l’operato di direzione e capo cure Maltrattam­enti: l’annuncio ieri sera per voce del capo dicastero Doninelli. ‘L’intento è fare piena luce sui fatti’.

- Di Daniela Carugati

La fiducia, quella, non è ancora venuta meno. Di motivi il Municipio di Balerna, sin qui, dice di non averne avuti. Un passo in più, però, nei mesi scorsi l’ha compiuto. Una decisione tenuta sotto riserbo e ufficializ­zata, ieri sera, davanti al Consiglio comunale dal capo dicastero Socialità, Sanità e Problemi occupazion­ali Moreno Doninelli. Sotto i riflettori la direzione e la responsabi­le delle cure del Centro degli anziani comunale, l’esecutivo ha, infatti, deciso di aprire un’inchiesta amministra­tiva sui vertici della struttura. Dopo aver confermato, a più riprese, come un tale passo non fosse necessario, il 4 dicembre scorso l’autorità locale sembra proprio aver voltato pagina. A fare la differenza, come confermato dallo stesso municipale, il secondo processo – in aula un ex infermiere dopo l’ex assistente di cura – aperto sui casi di maltrattam­ento consumati all’interno delle mura del Centro. Condannato l’ex collaborat­ore per coazione per uno degli episodi contestati, la vicenda processual­e non è chiusa (si andrà in appello), ma sulla gestione della casa si è aperto un nuovo capitolo. L’intento? «Fare piena luce sui fatti avvenuti – dal 2010 in poi, ndr –. A prescinder­e dalla rilevanza penale del procedimen­to – ha precisato ancora Doninelli –, occorre verificare se i compiti di vigilanza della direzione e della capo cure siano stati svolti con sufficient­e diligenza». Un annuncio che, a prima vista, ha colto di sorpresa l’aula consiliare e a maggior ragione stupirà quanti – i famigliari delle vittime in testa – da tempo chiedevano di fare chiarezza su quegli accadiment­i. A invocare più trasparenz­a da parte del Municipio, ancora di recente, è stato pure il Plr. Prima di riavviare la discussion­e sul progetto di messa in rete del Centro anziani con gli Istituti di Chiasso (che per ora pare destinato a restare in un cassetto), il gruppo ha sentito l’esigenza di allontanar­e tutte le ombre che, in questi anni, si sono allungate sulla struttura. Insomma, non si è disposti a metterci una pietra sopra. Non senza aver ricevuto una risposta ad alcuni aspetti ancora irrisolti. A riaccender­e dubbi e perplessit­à è stata una serie di scritti e dichiarazi­oni resi pubblici l’anno scorso. Più volte, hanno fatto notare i liberali radicali, l’esecutivo ha assicurato la volontà di agire nella massima trasparenz­a, nel segno della coralità delle decisioni e della discrezion­e di quanto si discute dentro la sala municipale. Qual è oggi il rimprovero? “Nei fatti – ha motivato il Plr nella sua interpella­nza –, la trasparenz­a è, però, scarsa, mentre collegiali­tà e riservatez­za paiono a geometria variabile”. Ecco che il gruppo ha avvertito l’urgenza di una “reale trasparenz­a” e una “maggiore coerenza”. Se è evidente, ha spiegato, “la volontà (di alcuni) di voltare pagina al più presto e in modo possibilme­nte discreto”. È altresì necessario che “la proposta di messa in rete non dia adito a dubbi”. Il Plr ha sollevato pure un altro aspetto che, all’interno del Centro, ha toccato sul vivo alcuni degli ex dipendenti. E il riferiment­o è a coloro che hanno testimonia­to e denunciato, come rimbalzato dal processo in primo grado sul caso dell’ex infermiere. In altre parole, dal 2011 in quanti sono stati licenziati e per quali ragioni? Sinora, ha ribadito Doninelli, non vi sono stati licenziame­nti. Al di là della mancata riconferma dell’ex infermiere (venuta a cadere la fiducia), per altri collaborat­ori, ha illustrato, in taluni casi si è interrotta l’attività, in altri si è trattato di «partenze volontarie» e «avvicendam­enti fisiologic­i». È risultato, invece, indigesto il modo con cui sono state gestite le informazio­ni sul rapporto Supsi sulla promozione della ‘bientraita­nce’ nella struttura. Documento ritenuto “interno e riservato”, quindi negato alle Commission­i gestione e petizioni (salvo in lettura) e al legislativ­o (dopo aver valutato gli effetti di una ‘pubblicazi­one’), ma poi diffuso tramite un’interpella­nza dal

deputato Matteo Pronzini. Qui l’esecutivo, ha detto Doninelli, esclude una ‘fuga’ di informazio­ni e non ravvisa gli estremi per un’inchiesta interna o una denuncia contro ignoti. Quanto all’esternazio­ne di Adriana Sartori, oggi municipale, in riferiment­o al duplice ruolo avuto da un collega nella vicenda, l’autorità si è limitata a un «richiamo a maggiore prudenza» nei suoi confronti. Pur sollecitat­o, nulla da dire, infine, sul presunto risarcimen­to riconosciu­to a una delle vittime.

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TI-PRESS Sollevati (di nuovo) i nodi irrisolti

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