Anziani, vertici sotto inchiesta
Il Municipio di Balerna ha messo sotto la lente l’operato di direzione e capo cure Maltrattamenti: l’annuncio ieri sera per voce del capo dicastero Doninelli. ‘L’intento è fare piena luce sui fatti’.
La fiducia, quella, non è ancora venuta meno. Di motivi il Municipio di Balerna, sin qui, dice di non averne avuti. Un passo in più, però, nei mesi scorsi l’ha compiuto. Una decisione tenuta sotto riserbo e ufficializzata, ieri sera, davanti al Consiglio comunale dal capo dicastero Socialità, Sanità e Problemi occupazionali Moreno Doninelli. Sotto i riflettori la direzione e la responsabile delle cure del Centro degli anziani comunale, l’esecutivo ha, infatti, deciso di aprire un’inchiesta amministrativa sui vertici della struttura. Dopo aver confermato, a più riprese, come un tale passo non fosse necessario, il 4 dicembre scorso l’autorità locale sembra proprio aver voltato pagina. A fare la differenza, come confermato dallo stesso municipale, il secondo processo – in aula un ex infermiere dopo l’ex assistente di cura – aperto sui casi di maltrattamento consumati all’interno delle mura del Centro. Condannato l’ex collaboratore per coazione per uno degli episodi contestati, la vicenda processuale non è chiusa (si andrà in appello), ma sulla gestione della casa si è aperto un nuovo capitolo. L’intento? «Fare piena luce sui fatti avvenuti – dal 2010 in poi, ndr –. A prescindere dalla rilevanza penale del procedimento – ha precisato ancora Doninelli –, occorre verificare se i compiti di vigilanza della direzione e della capo cure siano stati svolti con sufficiente diligenza». Un annuncio che, a prima vista, ha colto di sorpresa l’aula consiliare e a maggior ragione stupirà quanti – i famigliari delle vittime in testa – da tempo chiedevano di fare chiarezza su quegli accadimenti. A invocare più trasparenza da parte del Municipio, ancora di recente, è stato pure il Plr. Prima di riavviare la discussione sul progetto di messa in rete del Centro anziani con gli Istituti di Chiasso (che per ora pare destinato a restare in un cassetto), il gruppo ha sentito l’esigenza di allontanare tutte le ombre che, in questi anni, si sono allungate sulla struttura. Insomma, non si è disposti a metterci una pietra sopra. Non senza aver ricevuto una risposta ad alcuni aspetti ancora irrisolti. A riaccendere dubbi e perplessità è stata una serie di scritti e dichiarazioni resi pubblici l’anno scorso. Più volte, hanno fatto notare i liberali radicali, l’esecutivo ha assicurato la volontà di agire nella massima trasparenza, nel segno della coralità delle decisioni e della discrezione di quanto si discute dentro la sala municipale. Qual è oggi il rimprovero? “Nei fatti – ha motivato il Plr nella sua interpellanza –, la trasparenza è, però, scarsa, mentre collegialità e riservatezza paiono a geometria variabile”. Ecco che il gruppo ha avvertito l’urgenza di una “reale trasparenza” e una “maggiore coerenza”. Se è evidente, ha spiegato, “la volontà (di alcuni) di voltare pagina al più presto e in modo possibilmente discreto”. È altresì necessario che “la proposta di messa in rete non dia adito a dubbi”. Il Plr ha sollevato pure un altro aspetto che, all’interno del Centro, ha toccato sul vivo alcuni degli ex dipendenti. E il riferimento è a coloro che hanno testimoniato e denunciato, come rimbalzato dal processo in primo grado sul caso dell’ex infermiere. In altre parole, dal 2011 in quanti sono stati licenziati e per quali ragioni? Sinora, ha ribadito Doninelli, non vi sono stati licenziamenti. Al di là della mancata riconferma dell’ex infermiere (venuta a cadere la fiducia), per altri collaboratori, ha illustrato, in taluni casi si è interrotta l’attività, in altri si è trattato di «partenze volontarie» e «avvicendamenti fisiologici». È risultato, invece, indigesto il modo con cui sono state gestite le informazioni sul rapporto Supsi sulla promozione della ‘bientraitance’ nella struttura. Documento ritenuto “interno e riservato”, quindi negato alle Commissioni gestione e petizioni (salvo in lettura) e al legislativo (dopo aver valutato gli effetti di una ‘pubblicazione’), ma poi diffuso tramite un’interpellanza dal
deputato Matteo Pronzini. Qui l’esecutivo, ha detto Doninelli, esclude una ‘fuga’ di informazioni e non ravvisa gli estremi per un’inchiesta interna o una denuncia contro ignoti. Quanto all’esternazione di Adriana Sartori, oggi municipale, in riferimento al duplice ruolo avuto da un collega nella vicenda, l’autorità si è limitata a un «richiamo a maggiore prudenza» nei suoi confronti. Pur sollecitato, nulla da dire, infine, sul presunto risarcimento riconosciuto a una delle vittime.