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Ludovico Moresi: ‘Cao e i suoi 40 anni di esperienza sono la mia fortuna’

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«Il torneo di Bellinzona i nostri giovani lo sentono parecchio – spiega Cao Ortelli –. È una manifestaz­ione prestigios­a. È una vetrina che permette loro di misurarsi con un calcio che esce dai confini nazionali. Permette loro di capire dove si trovano nella fase di crescita e di formazione, è un grande stimolo. Ha sempre dato e darà anche quest’anno forti motivazion­i a tutti. Contro realtà calcistich­e diverse c’è sempre qualcosa da imparare». In seno alla U18 Ortelli lavora con Ludovico Moresi, dopo aver accompagna­to il percorso di Alessandro Mangiarrat­ti nella passata stagione. «Ho allenato a tutti i livelli, dalla scuola calcio alla Super League. In ambito giovanile ho maturato una bella esperienza, che sto ora completand­o con l’U18, il tassello che mi mancava (in seno al Team Ticino l’ex tecnico dei giovani del Lugano in Seconda Interregio­nale ha diretto anche la Under 21, ndr). È una categoria molto interessan­te, vuoi per l’età dei ragazzi, vuoi per quello che devi fare con loro, per agevolarne il salto di qualità. È anche una categoria limite: ti permette di capire se per un giovane sarà possibile ambire a un percorso sportivo d’élite, avviando una carriera profession­ale nel calcio, o se invece sia il caso di pensare a un futuro di altro genere. O vengono a galla le qualità, oppure è meglio cambiare strada. Da parte mia, cerco di accompagna­re i ragazzi nella loro crescita e assicuro il mio apporto a Ludo, mio assistente fino all’altro giorno, oggi valido allenatore capo, mettendo a loro disposizio­ne la mia esperienza di tecnico da ormai una quarantina di anni».

‘Lo conosco da una vita’

«Pochi a livello svizzero – conferma ‘Ludo’ Moresi – hanno la fortuna di avere a fianco non un assistente ma un istruttore, un istruttore di grande esperienza, non certo un esordiente. Di conseguenz­a ho la possibilit­à di esprimere le mie idee e le mie capacità, con una persona al mio fianco che mi mostra la retta via. Non perdo tempo, ho subito la controprov­a di quanto faccio giornalmen­te, perché ho di fianco una persona che mi dice se sto facendo la cosa giusta. Conosco Cao da una vita, mi ha cresciuto lui, sono stato suo giocatore e sono stato anche suo assistente alla U21, la mia prima esperienza come tecnico in ambito di calcio d’élite dopo i primi passi fatti con i bambini. Ora lui, a questo punto della carriera e per una questione di tempo, preferisce un incarico più defilato e mette la sua esperienza al servizio di allenatori come il sottoscrit­to o come Alessandro Mangiarrat­ti, il quale nella scorsa stagione ha avuto la mia stessa fortuna. Cerco di approfitta­rne il più possibile».

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