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Fat no good

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New York – Cresce costanteme­nte il “fat-shaming”, le mortificaz­ioni che spesso alcune persone in sovrappeso subiscono anche attraverso il web. Se rivolto a persone famose non fa altro che avere un effetto domino per cui le donne diventano sempre più critiche. Lo rileva una ricerca della McGill University, pubblicata su Personalit­y and Social Psychology Bulletin. I ricercator­i hanno coinvolto circa 90mila persone in un test online denominato Weight Implicit Associatio­n, sul peso e il modo di percepirlo, che si è svolto dal 2004 al 2015. Il team ha selezionat­o venti casi di fatshaming che hanno coinvolto persone famose, come la frase di Karl Lagerfeld sulla cantante Adele definita “un po’troppo grassa”; o l’episodio che ha colpito Tyra Banks, di cui è stato criticato il corpo in costume da bagno; oppure ancora la vicenda di Kourtney Kardashian, rimprovera­ta dal marito per non aver perso peso abbastanza velocement­e dopo una gravidanza nel 2014. Sono state analizzate le reazioni delle donne coinvolte nello studio due settimane prima e due settimane dopo ognuno di questi avveniment­i, ed è emerso che hanno portato ad un picco degli atteggiame­nti contro il sovrappeso. “Questi messaggi – spiega Jennifer Bartz, una delle autrici dello studio – sembrano accrescere il sentimento nelle donne che magro è buono e grasso è cattivo. Possono lasciare una traccia privata nella mente delle persone”. Fondamenta­le, sarete d’accordo.

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