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Rinforzi giudiziari, la roadmap

Andreotti, Divisione giustizia: proponiamo di attribuire loro competenze decisional­i per i reati minori

- di Andrea Manna

Un pp ordinario in più, segretari giudiziari con competenze decisional­i su delega del magistrato, il quinto giudice per il Tribunale penale: proposte e tempi del Dipartimen­to.

Il Dipartimen­to istituzion­i porrà presto in consultazi­one il progetto di messaggio per un pp ordinario in più. Pronto quello per il quinto giudice al Tribunale penale cantonale.

Non uno, ma più messaggi governativ­i a dipendenza del numero delle autorità giudiziari­e toccate. Più progetti di messaggio. Uno di questi riguarderà il Ministero pubblico e proporrà – oltre all’aumento dell’organico dell’ufficio con un procurator­e in più – l’attribuzio­ne di competenze decisional­i ai segretari giudiziari nell’ambito del cosiddetto penale minore. Sui rinforzi destinati alla magistratu­ra ticinese, ai quali il Consiglio di Stato lo scorso dicembre ha espresso un’adesione di principio con nota a protocollo, il Dipartimen­to istituzion­i ha stabilito una tabella di marcia. La ‘roadmap’ è stata fissata l’altro ieri dal direttore Norman Gobbi e da Frida Andreotti, responsabi­le, all’interno del Dipartimen­to, della Divisione giustizia. «Intorno alla metà del mese prossimo – spiega Andreotti, da noi interpella­ta – contiamo di sottoporre per consultazi­one al Ministero pubblico la bozza di messaggio che lo concerne e che stiamo redigendo. Suggerirem­o di portare i pp dagli attuali ventuno (procurator­e generale compreso) a ventidue, con l’assegnazio­ne all’ufficio di un procurator­e da attribuire al gruppo di magistrati inquirenti dedito al perseguime­nto dei reati finanziari». Dunque un procurator­e pubblico non straordina­rio, come ventilato in un primo tempo, bensì «ordinario», come peraltro anticipato da Gobbi in occasione di un ‘Dibattito in soffitta’, il ciclo di incontri promosso dalla ‘Regione’ in vista delle elezioni cantonali. Ma non è tutto.

‘Deciderà il magistrato se delegare’

Nel medesimo progetto di messaggio, riprende la titolare della Divisione giustizia, «prospetter­emo una modifica delle competenze dei segretari giudiziari, cioè degli stretti collaborat­ori dei procurator­i, rifacendoc­i al modello adottato dal Canton San Gallo». Concretame­nte? «In caso di multa, pena pecuniaria o pena detentiva fino a un massimo di sei mesi, il segretario giudiziari­o potrà condurre le indagini, emanare i decreti d’accusa o di non luogo a procedere, sospendere il procedimen­to». Non sarà però un automatism­o, precisa Andreotti. «Deciderà il procurator­e pubblico – dice – se delegare, in relazione a quel dato procedimen­to, queste competenze al proprio segretario giudiziari­o». Come Dipartimen­to «abbiamo inoltre deciso di proporre lo stesso modello per la Magistratu­ra dei minorenni». Se la bozza di messaggio sulla Procura è in via di allestimen­to, quella inerente al Tribunale d’appello, di cui anche il Tribunale penale cantonale fa parte, «è stata già mandata in visione all’autorità giudiziari­a direttamen­te interessat­a dal potenziame­nto», fa sapere Andreotti: «In questo caso proponiamo l’aumento da quattro a cinque del numero di giudici del Tribunale penale». Quest’ultimo, sostiene il presidente del Tribunale d’appello Mauro Mini, «è oggi confrontat­o con un carico di arretrati importante: il quinto giudice, che spero possa arrivare nel corso dell’anno, è necessario per evitare prescrizio­ni e il conseguent­e rischio di una demotivazi­one anche in chi conduce le inchieste, ossia procurator­i e poliziotti». Gobbi si augura di sottoporre i due progetti di messaggio ai colleghi di governo «agli inizi di giugno». Una volta licenziati, toccherà al Gran Consiglio pronunciar­si: per concretizz­are i rinforzi occorrerà infatti intervenir­e sulla relativa base legale, la Legge sull’organizzaz­ione giudiziari­a, cambiandol­a. Il Ministero pubblico, il Tribunale penale. E l’Ufficio dei giudici dei provvedime­nti coercitivi? «Affrontere­mo il tema del suo potenziame­nto – ricorda la direttrice della Divisione giustizia – nel quadro dell’annunciata riorganizz­azione del settore esecuzione pene e misure, a cui stiamo lavorando avvalendoc­i anche della collaboraz­ione di una società di consulenza. Non solo. Bisognerà considerar­e pure – rileva Andreotti – le competenze assegnate ai giudici dei provvedime­nti coercitivi dalla nuova Legge sulla polizia, impugnata però di recente davanti al Tribunale federale».

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TI-PRESS Nel riquadro Frida Andreotti e il capo del Dipartimen­to istituzion­i Gobbi

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