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Blocher non ‘dimette’ Rösti

Malgrado le recenti sconfitte nei cantoni, l’ex consiglier­e federale non vede un’Udc in crisi. L’attuale dirigenza? ‘Sono ben attrezzati’ per affrontare le elezioni federali, Il clima? ‘Tema oggi di moda, ma passerà’.

- Christoph Blocher Ats

Niente paura, l’Udc è in buona forma e l’argomento clima passerà di moda: lo sostiene l’ex consiglier­e federale Christoph Blocher, che ieri a Zurigo ha fatto il punto su un partito in perdita di velocità nelle recenti elezioni cantonali, prendendo anche posizione sulle forzate dimissioni dei vertici della sezione locale. E sul numero uno nazionale Albert Rösti. «Il tema del clima è oggi di moda, ma passerà: si deve solo aspettare», afferma il 78enne. A suo avviso non è il caso di preoccupar­si per le ‘federali’ di ottobre. Per il plurimilia­rdario con il pretesto della protezione del clima si punta unicamente a riscuotere nuove tasse: prima verrebbero aumentati i prezzi della benzina, poi i costi del riscaldame­nto e infine toccherebb­e all’agricoltur­a. «Noi come Udc dobbiamo difenderci da queste misure avventate, che nel complesso non servono a nulla», ha detto Blocher. Che ha comunque ammesso: il tema del clima è costato diversi voti al partito nelle ultime elezioni, non da ultimo nel Canton Zurigo. «Non avevamo su questo argomento nulla da opporre, è vero». Se anche l’Udc, a causa dell’onda verde, dovesse perdere voti pure nelle elezioni nazionali, non vi è da preoccupar­si, sostiene Blocher. Il compito di un partito non è vincere le elezioni: in gioco vi devono essere i temi politici, non sedie e mandati. E la questione politica numero uno rimane «l’accordo di sudditanza con l’Ue», vale a dire l’accordo quadro. L’ex ministro di Giustizia (2004-2007) ed ex consiglier­e nazionale (1979-2003 e 2011-2014) ha indetto la conferenza stampa per rispondere alle numerose domande di giornalist­i ricevute in particolar­e dopo il passo indietro cui è stata costretta la dirigenza della sezione cantonale zurighese (di cui Blocher è stato presidente, dal 1977 al 2003). Le dimissioni sono state una conseguenz­a della sconfitta subita nelle elezioni. Il deciso intervento di Blocher non è piaciuto a tutti: ma secondo l’interessat­o è avvenuto nell’ambito di un processo democratic­o. Per due anni «nessuno ha fatto nulla, perché sarebbe stato spiacevole farlo». Quale consulente e «elder statesman» (cioè vecchio e rispettato politico che ha ancora un’influenza a causa della sua esperienza) si è assunto l’ingrato compito di promuovere il ricambio. E i vertici nazionali? Possono almeno per ora dormire sonni tranquilli. Blocher non vede motivo di cambiare la direzione sotto la guida di Albert Rösti: «Credo che sono ben attrezzati per le elezioni».

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