Tiago Pugno: ‘Ogni incontro è una finale’
«Abbiamo lavorato tantissimo, sono contento che sia finita. È durata circa sei mesi, la preparazione, tra l’infortunio (frattura al polso, ndr) e qualche contrattempo. Ma abbiamo sempre cercato di lavorare a pieno regime. Domenica c’è stato l’ultimo picco di grande intensità. Mi sento veramente pronto».
Tiago Pugno è a Minsk dove, con altri tre colleghi, difende i colori rossocrociati nella boxe. Una rassegna, gli European Games, che potrebbe aprirgli le porte delle Olimpiadi di Tokyo, il grande obiettivo del pugile ticinese. «A livello di regolamento è cambiato tutto, a seguito dello scandalo che qualche mese fa aveva travolto i dirigenti della federazione internazionale – spiega il 26enne che combatte nella categoria 56 kg – ma un posto sul podio dovrebbe essere ancora garanzia di qualificazione olimpica, è sempre stato così. Per i Giochi, comunque, ci saranno altri tornei di qualificazione. Il calendario non è ancora stato pubblicato». L’operazione podio sarà molto complicata. A Minsk la concorrenza sarà spietata. «Nei tornei cui ho preso parte ho visto molti dei colleghi che ritroverò là, ma è difficile valutarne il grado di preparazione. Molto probabilmente saranno al top. Per appuntamenti come questo, si è soliti svolgere preparazioni mirate. Lo stesso vale per la Svizzera: anche noi abbiamo lavorato soprattutto in ottica Minsk».
La formula prevede l’eliminazione diretta. «È così, quindi ogni incontro è una finale».
Lo stesso criterio utilizzato nei recenti tornei di avvicinamento. «A Sofia non ero ancora pronto, per i postumi della frattura al polso. A Colonia mi sono fatto prendere dalla foga. Ero finalmente tornato al cento per cento della condizione. Sono stato frettoloso. Il mio avversario, un tedesco, ha meritato di vincere. La sconfitta di Varsavia (contro un polacco piuttosto esperto, ndr), invece, mi brucia. Erano i quarti di finale, c’erano i margini per semifinale e, perché no, finale. In molti ritengono che quell’incontro lo abbia vinto io...».