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Missili, nazi e noi possibile sapere?

- Di Matteo Caratti

Non c’è dubbio: il rinvenimen­to del missile aria/aria, utilizzato dalle forze armate del Quatar, in un deposito di un aeroporto del pavese, colpisce e inquieta. Un missile che è solo la ‘ciliegiona’ sulla torta di un ampio arsenale composto da fucili da guerra, pistole mitragliat­rici, fucili da caccia, munizioni di vario calibro e via dicendo. Il tutto condito con gagliardet­ti nazifascis­ti e letteratur­a che fa riferiment­o a Hitler. Uno specialist­a, da noi interpella­to, sembra gettare un tantino acqua sul fuoco sostenendo che potrebbe trattarsi di armi che servono in primis a questi gruppi estremisti (...)

(...) per ‘tutelarsi’ e far fronte alle loro paure. Paure che sono quelle dell’inforestie­rimento. Persone quindi che si armerebber­o fino ai denti per sentirsi ‘sempliceme­nte’ più sicuri? Può darsi, anche se un simile arsenale ci pare appartener­e a tutt’altra categoria.

Già, perché se – mettiamo in un secondo momento – questi squinterna­ti in virtù del loro bisogno superiore decidesser­o di passare all’atto? Cioè di – diciamolo senza tanti giri di parole – premere i vari grilletti e fare pulizia razziale secondo le loro sballate ideologie? Un forte plauso quindi per l’operazione della sezione antiterror­ismo della Digos di Torino, capace anche di fare un comunicato molto esplicito, con tanto di filmato e di foto che non schivano le olive e parlano chiaro all’opinione pubblica. Di pericolosi estremisti trattasi. Ci piacerebbe ora capire cosa ci facesse fra gli arrestati cittadino svizzero titolare di una società e residente nel Luganese. E quale ambiente frequentan­o questi personaggi alle nostre latitudini? Possibile saperlo? Finora da polizia e magistratu­ra cantonale e federale nessun segnale di fumo.

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