Patente: segnalate, ma è tutto a posto
La procedura nel frattempo è terminata. La Sezione della Circolazione: ‘Le segnalazioni devono essere circostanziate, precise e coerenti. Si tratta comunque di casi rari’.
È capitato a due donne del Luganese, che sono state segnalate da un privato, ma la procedura ha dato esito positivo: possono continuare a guidare. La Sezione della Circolazione: ‘Casi rari’.
Una minoranza. I casi di sospetta inidoneità alla guida segnalati da privati cittadini sono rari. A rivelarlo è la Sezione della Circolazione (Sc), che abbiamo contattato per una presa di posizione in merito a un articolo apparso sul ‘Caffè’ alcune settimane fa (cfr. correlato). A far discutere, in sintesi, è la raccomandata arrivata a due donne del Luganese con l’indicazione di recarsi dal medico del traffico per verificare la loro capacità di guidare. Ma andando oltre alla vicenda personale, determinati interrogativi generici sulla questione sorgono. È davvero sufficiente una segnalazione privata per ricevere una richiesta di questo genere da parte della Sc? Siamo quindi tutti potenzialmente a rischio? A risponderci è il capo dell’Ufficio giuridico della Sc, Michele Isolini.
«Sul caso singolo non possiamo naturalmente esprimerci – chiarisce –, va comunque sottolineato che la segnalazione deve essere circostanziata, precisa, coerente. Di regola, derivano da atti d’autorità come rapporti di polizia, decisioni giudiziarie o da rapporti medici o dell’Ufficio AI e possono essere, ma non necessariamente, connesse a infrazioni stradali». «Vi sono tuttavia – conferma Isolini – anche segnalazioni di privati cittadini e in questi casi, delicati, la legge prevede che l’autorità amministrativa ordini in prima battuta la verifica dell’idoneità da parte del medico curante e che qualora sia richiesto dal denunciante, l’autorità deve mantenere l’assoluta riservatezza sulla segnalazione».
Il capoufficio ricorda inoltre che la volontà di fondo di queste verifiche è proteggere la sicurezza degli utenti della strada, compresa quella dell’esaminato. «Nei casi in cui la segnalazione è fatta da un privato – aggiunge – questi viene di principio sentito, anche con una convocazione, per conoscerlo e per dargli modo di presentarsi all’autorità, di fargli comprendere il peso e le conseguenze della sua denuncia, di escludere eventuali coinvolgimenti personali e di approfondire ulteriormente la sua segnalazione. Questa viene presa sul serio ma viene altrettanto seriamente ponderata anche nell’ottica della sua invasività nella sfera personale del segnalato».
Isolini sottolinea infine che casi del genere sono «rari, ma ciò non toglie che non possono essere ignorati o trattati con superficialità. L’autorità è ben consapevole che ogni questione che tocca la libertà e i diritti del cittadino è importante e delicata e cerca pertanto di adottare ogni volta il miglior approccio e soluzione possibile nel rispetto sia dell’interesse dell’individuo, sia di quello collettivo». Una questione, quindi, di equilibrio.