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‘Armi per motivi politici e per difendersi da minacce’

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Un missile aria-aria Matra, che era disarmato, ma perfettame­nte funzionant­e e poteva essere riarmato, fucili da guerra, pistole mitragliat­rici, fucili da caccia, munizioni varie e baionette... Nell’arsenale privato sequestrat­o dalla Digos di Torino ad un gruppo di estrema destra c’era anche un ampio repertorio di simboli nazisti, stemmi e cartelli con disegnate l’aquila imperiale romana, svastiche e riferiment­i alle Waffen-SS. Che cosa ci fanno pericolosi nostalgici del Terzo Reich con un arsenale privato? Nell’abitazione a Gallarate (Varese) del pesce grosso, un ex funzionari­o doganale, che si era candidato alle elezioni al Senato del 2001 nelle fila di ‘Forza Nuova’, la polizia ha sequestrat­o assieme alla letteratur­a che fa riferiment­o a Hitler, anche tante armi da organizzar­e una guerriglia. Lo svizzero del gruppo custodiva il ‘Matra’ in un hangar vicino all’aeroporto di Rivanazzan­o Terme (Pavia). Quale fosse il suo legame con il gruppo non è chiaro.

«Spesso negli ambienti di estrema destra sia in Svizzera sia all’estero vengono sequestrat­e armi dalla polizia. Di regola non è per farne un commercio, ma per avere un proprio arsenale», spiega alla ‘Regione’ Hans Stutz, giornalist­a per ‘Weltwoche’ e ‘Wochenzeit­ung’, saggista, esperto di estremismo di destra. Monitora e analizza il fenomeno da anni come si può vedere nel suo sito (www.hans-stutz.ch).

Ostili a chi è diverso

Insistiamo con l’esperto per capire tante armi a che cosa servono ad un gruppo di estrema destra: «Possono servire per scopi politici, per attacchi contro avversari. Poi c’è anche una parte, chiamiamol­a i catastrofi­sti, che vede in queste ondate di immigrazio­ne una minaccia e si preparano per difendersi, come se dovessero sopravvive­re ad una catastrofe imminente», precisa ancora Stutz. I nostalgici dei simboli nazisti sono di regola ostili a chi è culturalme­nte diverso. Non hanno simpatia per gli avversari politici di sinistra, gli stranieri, chi fuma canapa, le persone di colore... Quando sono in gruppo possono aggredirli senza un motivo. A cementare la loro alleanza c’è la convinzion­e di essere superiori (come la fantomatic­a razza ariana dei nazisti) rispetto ad altre nazioni e culture, quindi hanno ideali xenofobi verso i neri, i musulmani, insomma verso chi è diverso. Forte è la paura di perdere il controllo del territorio, di essere invasi dagli stranieri, c’è la determinaz­ione a difendere le frontiere nazionali.

Teste rasate dal Ticino all’Italia

Teste rasate, sui giubbotti neri hanno due fulmini che rappresent­ano il logo delle SS, sulla pelle, qualcuno ha tatuati vari simboli anche di ispirazion­e nazista. C’è voglia di fare branco, di difendere il proprio territorio, che può essere anche il bar del paese, dove entra solo chi la pensa come il branco, che lo occupa.

È la filosofia del gruppo skinhead in Ticino che abbiamo raccontato con tanto di foto qualche anno fa. Tra loro anche qualche apprendist­a, ragazzi che di giorno imparano a fare l’elettricis­ta o il cuoco, e la sera indossano la loro ‘divisa’. «Estremisti di destra ticinesi hanno molte relazioni sociali e personali con quelli dell’Italia del Nord. Gli skinhead di Lugano socializza­no con quelli di Milano e quelli del Fronte veneto skinhead. Si incontrano, fanno feste e politica», commenta Stutz a cui nulla sfugge dal suo osservator­io.

Ma il problema non è solo ticinese, solo 4 mesi fa, 13 svizzeri residenti nel Canton Svitto hanno partecipat­o al carnevale di Svitto travestiti da membri del Ku Klux Klan. Saranno indagati per discrimina­zione razziale. Lo ricordiamo, il Ku Klux Klan (KKK) è un’organizzaz­ione che propugna la superiorit­à della razza bianca, nata negli Usa nella seconda metà dell’Ottocento.

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