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Ipoteche a prezzi da discount

Ma attenzione alle disdette anticipate che possono prevedere penali anche molto elevate

- Di Generoso Chiaradonn­a

I tassi rimangono bassi e le prospettiv­e indicano mutui decennali a costi inferiori all’uno per cento l’anno. Margini bancari al minimo.

Sotto la soglia psicologic­a dell’1%. Da alcuni mesi, il tasso d’interesse di riferiment­o per le ipoteche quinquenna­li si attesta a circa lo 0,95%, livelli storicamen­te mai raggiunti. È quanto emerge dal Barometro trimestral­e di comparis.ch diffuso nei giorni scorsi. Addirittur­a – si spingono gli analisti del servizio di confronto internet – chi sottoscriv­e in questo periodo un mutuo per acquistare casa e ha una buona solvibilit­à può ottenere un’ipoteca a tasso fisso di dieci anni con un tasso a partire dallo 0,70% o una di cinque a partire dallo 0,44%. Secondo i dati di HypoPlus, mediatore ipotecario indipenden­te, persino per le lunghissim­e durate (15 anni) è possibile ottenere tassi inferiori all’1%. È notizia della scorsa settimana il fatto di un’azienda svizzera che si è indebitata (50 milioni di franchi)con una cassa pensioni a tassi addirittur­a negativi (-0,2%). Una sorta di ‘nonsense’ finanziari­o visto che normalment­e chi presta denaro si attende di ricevere – anche se piccola – una remunerazi­one. È lo stesso principio che sta alla base del risparmio classico, non speculativ­o per intenderci. Mi privo di una somma oggi, per avere la stessa somma più qualcosa tra qualche tempo. Questo principio sembra ora essere stato capovolto: pago per prestare e non per prendere in prestito. Sull’evoluzione del settore ipotecario in Ticino abbiamo sentito il presidente della direzione generale di BancaStato Fabrizio Cieslakiew­icz.

La scorsa settimana il servizio di confronto Comparis ha fatto notare che i tassi ipotecari a fine giugno sono scesi ulteriorme­nte tanto che ci si attende per i prossimi trimestri livelli inferiori all’1% per le ipoteche decennali. Sono stime verosimili?

È difficile parlare in generale: ogni istituto ha infatti le sue peculiarit­à. Ciò che è certo è che i tassi di interesse di riferiment­o si trovano da ormai molto tempo in territorio negativo e ciò ha eroso i margini commercial­i degli istituti di credito. Occorre infatti considerar­e che tali istituti sono chiamati a finanziare le ipoteche concesse prevalente­mente tramite i depositi della clientela su cui non sono applicati i tassi negativi in maniera generalizz­ata. Ciò significa che il finanziame­nto comporta dei costi seppur storicamen­te minimi, che si aggiungono a quelli del rischio e amministra­tivi, e che i tassi ipotecari applicati risultano attualment­e dunque poco elastici al di sotto dell’attuale soglia.

Un debitore ipotecario dovrebbe pensare di disdire vecchi contratti per rinnovare il mutuo ora a costi più bassi?

Idealmente sì, ma occorre non dimenticar­e che le disdette anticipate prevedono penali spesso molto onerose dal punto di vista finanziari­o. Ciò è dovuto al fatto che tale eventualit­à genera alla banca un costo considerev­ole proprio legato ad aspetti di rifinanzia­mento, ed è quindi corretto che tali spese debbano essere assunte dal cliente.

Eppure l’attività edilizia sta rallentand­o. Una situazione di tassi bassi e livelli produttivi ridotti non sono un mix pericoloso? Cosa si attende BancaStato per il mercato ticinese?

Il mercato immobiliar­e ticinese sta attraversa­ndo una fase di assestamen­to dopo anni di vivace crescita. Si è costruito, e si sta ancora costruendo, molto. È vero: il numero e il valore delle transazion­i hanno mostrato una diminuzion­e, ma continuano a mantenersi ad alti livelli. Tuttavia sono venuti meno alcuni sostegni alla domanda. Penso al flusso migratorio – che nel 2013 aveva un saldo positivo di oltre 5mila persone, mentre nel 2017 era a meno 232 unità – e al saldo naturale, sempre più negativo. Ciò ha contribuit­o all’aumento del tasso di abitazioni vuote, in Ticino più che nel resto del Paese. In questo particolar­e contesto, i tassi di riferiment­i negativi continuano a sostenere il mercato poiché per molti investitor­i, ad esempio quelli istituzion­ali come le casse pensioni, mancano valide alternativ­e di piazzament­o della liquidità rispetto al mattone, e ciò si traduce in ulteriori oggetti immobiliar­i immessi sul mercato. Cosa ci si attende? Questa particolar­e situazione ha già innescato una correzione degli affitti e un rallentame­nto della crescita dei prezzi di vendita di case e appartamen­ti. Non escludiamo che ciò possa continuare. È in questo senso che riteniamo che in Ticino vi sia una fase di assestamen­to e che la prudenza sia quindi d’obbligo.

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TI-PRESS Nel riquadro Fabrizio Cieslakiew­icz, presidente della direzione generale di BancaStato

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