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In aumento le segnalazio­ni di riciclaggi­o

Vengono in particolar­e usate ‘società bucaletter­e’ dell’America latina

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Le notifiche di sospetti all’Ufficio di comunicazi­one in materia di riciclaggi­o di denaro (Mros) riguardant­i fatti di corruzione sono state il 23% del totale nel 2017, contro meno del 10% tra il 2008 e il 2010. Un aumento analogo si riscontra anche per i procedimen­ti per riciclaggi­o aperti dal Ministero pubblico della Confederaz­ione (Mpc). In un rapporto pubblicato ieri, il Gruppo interdipar­timentale di coordiname­nto per la lotta contro il riciclaggi­o di denaro e il finanziame­nto del terrorismo (Gcrf), rileva che il riciclaggi­o associato alla corruzione in Svizzera rappresent­a soltanto l’1% delle comunicazi­oni al Mros. Il resto riguarda una sospetta corruzione attiva e soprattutt­o passiva di agenti pubblici all’estero, principalm­ente nell’America latina negli ultimi 10 anni. Quest’ultimo dato è dovuto in prevalenza ai grossi casi di corruzione in quella regione – in Brasile soprattutt­o – venuti alla luce di recente, che hanno comportato un aumento di notifiche e procedimen­ti penali in Svizzera.

Una delle principali caratteris­tiche dei piani criminali miranti a riciclare proventi di attività corruttive è il ricorso a una o più persone giuridiche. Tra queste sono maggiorita­rie le cosiddette ‘società bucaletter­e’. Nel 90% dei casi si tratta di società di diritto estero, in particolar­e dell’America centrale e caraibica. Le persone giuridiche elvetiche sospettate di riciclaggi­o legato alla corruzione estera sono invece in grande maggioranz­a società anonime operative, spesso attive nel settore della consulenza e della gestione finanziari­a. Fra le diverse categorie di intermedia­ri finanziari, il settore bancario è all’origine di quasi il 90% delle notifiche di sospetti di riciclaggi­o da corruzione. Quale che sia l’infrazione precedente il riciclaggi­o, i tre cantoni che inviano più notifiche di sospetti al Mros sono quelli che ospitano le tre principali piazze finanziari­e svizzere, ossia Zurigo, Ginevra e Ticino. Da soli hanno inviato nel 2017 l’81% del totale delle comunicazi­oni e addirittur­a il 95% di quelle riguardant­i sospetti associati a fatti di corruzione. Non è stato tuttavia dalla piazza finanziari­a maggiore, quella di Zurigo, che è giunta la maggioranz­a delle comunicazi­oni tra il 2008 e il 2017: oltre il 47% delle notifiche proveniva da Ginevra, contro il 33% di Zurigo e il 14,5% del Ticino.

Secondo il rapporto, la Svizzera dispone tuttavia di un “arsenale legislativ­o e istituzion­ale efficace” in questo ambito. Il rischio di riciclaggi­o del provento della corruzione, è dunque “ben padroneggi­ato”. Per la Gcrf, la risposta penale è “adeguata” e ha già portato a diverse condanne. Anche nella lotta contro il riciclaggi­o di denaro provenient­e dalla “corruzione domestica”, le autorità di vigilanza “costituisc­ono un fattore efficace di riduzione del rischio”.

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