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Ursula von der Leyen all’esame finale

Il Parlamento europeo decide oggi (a scrutinio segreto) se promuovere o no l’ex ministra della Difesa tedesca, candidata designata alla presidenza della Commission­e europea

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Strasburgo – Lunedì di passione a Strasburgo per Ursula von der Leyen. Nel suo ultimo giro di consultazi­oni alla vigilia del cruciale voto odierno, la candidata designata dai capi di Stato e di governo a presiedere la Commission­e europea si è giocata il tutto e per tutto nell’offensiva finale alla ricerca dei voti necessari per essere confermata dal Parlamento Ue. I numeri sono in bilico, ma alla fine la ministra tedesca dovrebbe farcela: è la previsione che si fa tra i corridoi dell’Eurocamera. Certa dell’appoggio dei popolari, il suo gruppo, von der Leyen ha cercato di rassicurar­e le altre due forze pro-Ue – socialisti e liberali-centristi – su clima, difesa dello stato di diritto, riforma di Dublino e flessibili­tà nell’applicazio­ne delle regole del Patto di stabilità. L’ultimo rush per racimolare il maggior numero di consensi. Sono 374 i voti necessari. Anche dalla Lega italiana sono arrivate aperture. Nonostante von der Leyen abbia cancellato l’incontro con il capogruppo di Identità e democrazia, il leghista Marco Zanni, fonti a Strasburgo hanno riferito di contatti tra lo staff del gruppo sovranista al Parlamento europeo e quello della ministra tedesca. Tutto è comunque ancora da vedere, almeno fino a quando il gruppo Identità e democrazia – del quale fanno parte la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblem­ent National di Marine Le Pen, che ieri ha fatto il punto anche con i tedeschi di Afd – si riunirà per decidere la posizione da adottare dopo averla ascoltata in aula. Insomma, malgrado le spaccature tra i socialisti e qualche franco tiratore, von der Leyen dovrebbe comunque riuscire ad incassare una maggioranz­a di sì. Magari pescando anche tra i “nazionalis­ti dei partiti di governo di Ungheria, Polonia e Italia”, sottolinea il ‘Financial Times’, che si chiede però a quel punto quanto la tedesca potrebbe “spingere su una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia avendo avuto i voti della Lega” o sulla difesa dello stato di diritto verso Budapest e Varsavia. Quasi a voler sfidare il destino che l’attende, intanto von der Leyen ha fatto sapere che si dimetterà dalla sua carica di ministro della Difesa tedesca esattament­e domani. Una decisione che Angela Merkel, che probabilme­nte ha avuto un ruolo decisivo nelle mediazioni di ieri, legge come «un segnale forte»: «La rispetto. È chiaro che vuole entrare con tutta la forza in una nuova fase della sua vita», ha detto la cancellier­a dicendosi «fiduciosa» sul risultato.

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Von der Leyen

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