Isabella d’Este, causa chiusa
Dopo che lo scorso maggio i giudici del Tribunale federale hanno negato la confisca del dipinto e la consegna alle autorità italiane del ritratto di Isabella d’Este, dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, la proprietaria dell’opera (la quale rimane dunque in Svizzera) dovrà essere risarcita delle spese legali – 2’500 franchi – e le dovrà essere restituita la somma da lei depositata di 5’000 franchi al termine di una delle numerose precedenti sentenze. È quanto ha sancito la Corte dei reclami del Tribunale federale in margine al lungo ping pong giudiziario in corso da oltre quattro anni. Oggetto del contendere: l’assistenza giudiziaria internazionale in materia penale all’Italia (consegna a scopo di confisca di un dipinto).
I giudici di Losanna avevano deciso che il ritratto deve rimanere in Svizzera, spiegando fra l’altro: “Il Tribunale federale ha annullato la sentenza del 4 settembre 2018 con la quale la presente Corte aveva accolto una domanda di assistenza giudiziaria italiana tesa a confiscare il dipinto intitolato ‘Ritratto di Isabella d’Este’ attribuito a Leonardo da Vinci”; e inoltre che “contrariamente a quanto stabilito da questa Corte, il Tribunale federale è giunto alla conclusione che la condizione della doppia punibilità non è adempiuta, motivo per cui la rogatoria non può essere accolta e alla domanda di confisca non può essere dato seguito”, la Corte dei reclami penali ha ora disposto il ‘rimborso’ della proprietaria del dipinto che aveva appunto ricorso fino all’ultima istanza e vinto la causa.
Così adesso – e questo dovrebbe essere il punto finale all’infinita querelle che si trascina da anni – la proprietaria si vedrà indennizzata dei ripetibili di 2’500 franchi – somma a carico del Ministero pubblico ticinese – e dei 5’000 franchi che aveva lasciato in deposito su disposizione dei giudici.