L’ex casa doganale è alla ricerca di un nuovo proprietario
Lo stabile ex casa doganale risalente a fine ’800-inizio ’900 cerca un nuovo proprietario. Il Municipio di Stabio ha infatti presentato al Consiglio comunale la richiesta di alienazione dello stabile situato all’intersezione di via Gaggiolo con via Santa Margherita, “in un luogo non facilmente accessibile e fruibile per la cittadinanza del nostro Comune”. Piano regolatore alla mano, il mappale si situa in zona artigianale-commerciale. Per la proprietà risulta un’edificabilità massima di 984 mc. “A oggi risultano costruiti 880 mc – spiega il Municipio –. Un ulteriore sfruttamento non è consentito a riguardo, visto le distanze previste dalle strade comunali e dai confini oggi non rispettate”. L’edificio “può quindi essere riattato mantenendo il volume e le aperture attuali”. L’alienazione del bene comunale sarà vincolata a determinate direttive di carattere ambientale ed energetico come “l’inserimento della costruzione nel suo ambiente, la scelta di materiale da costruzione, il rispetto di particolari standard edifici riconosciuti dal Municipio e l’implementazione di fonti energetiche rinnovabili”. Interventi riconosciuti e sussidiati sia dal Cantone che dal Comune di Stabio.
Proprio perché questi interventi vincolati porteranno a un maggior onere per l’acquirente, l’esecutivo intende diminuire il piede d’asta. Il valore attuale dello stabile, emerso da una perizia immobiliare, è di 390mila franchi. La prima asta pubblica partirà da 350mila franchi e avrà il vincolo di risanare energeticamente lo stabile sulla base di standard energetici 2015 approvato dal Municipio. Dovesse andare deserta, la seconda asta pubblica avrà un piede di 300mila franchi e la terza di 250mila franchi (in entrambi i casi restano confermati i vincoli energetici). Nel caso in cui non si arrivasse alla vendita dopo tre aste, “il Municipio è autorizzato nel procedere con licitazioni private”. Nell’ambito di queste trattative, il valore minimo da realizzare sarà di 150mila franchi con la rinuncia ai vincoli energetici nel risanamento. Questo perché, conclude l’esecutivo, “l’obiettivo finale resta l’alienazione dello stabile visto lo stato di degrado presente”.