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Elezioni e clima, il Texas e la Svizzera

- Di Bruno Storni, candidato Ps al Consiglio nazionale

Dopo l’estate calda da record ci penseranno le elezioni a mantenere alta la temperatur­a anche in autunno, e questo proprio sul tema clima che quest’anno potrebbe portare ad uno spostament­o della maggioranz­a al Nazionale.

Oltre alle sempre più evidenti prove della correlazio­ne crescita CO2/temperatur­a media del pianeta, registriam­o un aumento dei fenomeni estremi che anche le compagnie d’assicurazi­one confermano, e non solo da noi ma in molte parti del pianeta. In Alaska lo scorso mese di luglio è stato il più caldo da sempre: 0,4° più del luglio 2004 il più caldo finora e 3° più della media! Evidenze difficili da confutare, ma in questo periodo preelettor­ale le voci negazionis­te della nostra scena politica si fanno più forti e la discussion­e è ormai ad personam (...)

(...) da una parte contro la giovane Greta, ma anche contro il consiglier­e nazionale Nordmann che in un libro di recente pubblicazi­one propone uno scenario per la decarboniz­zazione in Svizzera basato su un forte investimen­to nel fotovoltai­co 50Gw, tesi non gradita in particolar­e da parte di esponenti della destra.

Ma a parte gli attacchi di chi teme di perdere consensi elettorali, stiamo assistendo ad alcune interessan­ti metamorfos­i di politici di centro che a pochi mesi dalle elezioni rivedono quanto pochi mesi fa avevano negato annacquand­o la revisione della legge sul CO2 poi affossata dal Nazionale.

Il Partito socialista già verso la fine degli anni 80 chiedeva l’introduzio­ne della tassa sul CO2 nel frattempo adottata e in vigore dal 2000 per i combustibi­li. L’importo è legato a obiettivi di riduzione seppur blandi, tuttora non raggiunti. Ricordo che si tratta di tasse incentivan­ti che ritornano alla popolazion­e, ad esempio riduzioni dei premi cassa malati.

Sulla fattibilit­à della decarboniz­zazione entro il 2050, obiettivo che sta raccoglien­do nuovi consensi, non dobbiamo dibattere in termini preelettor­ali o ragionare troppo legati al presente e allo stato della tecnologia attuale, ma considerar­e lo sviluppo scientific­o e tecnologic­o che avremo nei prossimi decenni. Per la Svizzera la sfida consisterà nel trasferire energia elettrica rinnovabil­e dall’estate all’inverno, le ipotesi ci sono, dovranno essere approfondi­te, testate e realizzate. Quanto successo negli ultimi 20 anni con l’eolico o con il fotovoltai­co dimostra che gli sviluppi possono essere molto rapidi, inimmagina­bili solo poche decine di anni fa. Per tornare oltreocean­o una notizia che può solo confermare quanto precede: in Texas, nel primo semestre 2019, la produzione di energia elettrica eolica ha raggiunto il 22%, superando per la prima volta quella da carbone scesa al 21%, quando nel 2003 era allo 0,5% contro il 40% del carbone. Se questi sono gli sviluppi nello Stato Usa del petrolio, perché negare che funzioni, chiarament­e in altri termini, in Svizzera, paese più innovativo al mondo?

Ma per farcela, oltre a pensare globalment­e, occorre lavorare localmente in tanti ambiti, come dimostrato personalme­nte innovando sull’acquedotto, Premio Watt d’Or 2010 Risanament­o acquedotto economico sostenibil­e efficiente, e soprattutt­o sostenere i partiti e i candidati da sempre attivi con coerenza e non quelli diventati (forse) ecologisti qualche mese prima delle elezioni, quando per decenni hanno frenato o annacquato qualsiasi misura concreta!

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