‘Non accendete altre antenne’
I consiglieri di tre partiti (su quattro, manca la Lega) sollecitano cautela. Meglio disciplinare la posa.
Dare l’altolà alle antenne. Almeno fino a quando, a Chiasso, le nuove regole fissate a Piano regolatore (Pr) non saranno realtà... applicata (cfr. ‘laRegione’ di lunedì). Plr, Ppd e Unità socialista e Verdi hanno stretto una sorta di alleanza e, giusto ieri, hanno consegnato al Municipio una proposta formale (tradotta in mozione): decretare una moratoria sull’installazione di altri impianti per la telefonia mobile su suolo cittadino. Per l’esecutivo, però, c’è ancora posta. Sono, infatti, già una trentina le persone che hanno tutta l’intenzione di mettersi di traverso alla stazione che si progetta di issare sul tetto del Palazzo City, in pieno centro città. E tra i primi a firmare (e a opporsi) ci sono, a quanto pare, pure gli inquilini dell’ultimo piano dello stabile.
I firmatari della mozione – Carlo Coen per il Plr, Patrizia Wasser e Davide De Donatis per il Ppd e Otto Stephani, Antonia Boschetti e Jessica Bottinelli per Us-I Verdi – sono ben consapevoli delle leggi e delle competenze. E, in effetti, non si spingono – come i Cantoni Vaud e Ginevra – a chiedere un blocco totale in attesa di conoscere le risultanze – che giungeranno entro fine anno – del gruppo di esperti federali messo a studiare esigenze e rischi legati al potenziamento della tecnologia 5G. Loro non solo si accontentano di agire entro i confini locali, ma fanno leva sul solo strumento che un Comune oggi ha per regolamentare il moltiplicarsi delle antenne, quello pianificatorio. E Chiasso, come altri centri a livello regionale e cantonale, si è messo al tavolo per allestire una variante di Pr; con l’obiettivo di disciplinare dove e con che priorità si potranno posare gli impianti sul territorio comunale. E allora, si sono detti i sei consiglieri comunali, perché non attendere l’entrata in vigore delle norme. Anzi, suggeriscono ancora, l’autorità dovrebbe prendere contatto con chi – Cantoni o Comuni – “ha già decretato la moratoria per verificare se siano stati promossi degli studi scientifici al riguardo”. D’altro canto, fa notare la mozione, il moltiplicarsi delle richieste delle compagnie di telefonia mobile, “sta suscitando parecchie preoccupazioni tra i cittadini; i timori sono le ripercussioni che queste antenne possano avere sulla salute delle persone e l’impatto sull’ambiente”. Fa un certo effetto sapere che, oggi, a Chiasso, come riferito da ‘laRegione’ del 26 agosto, sono già in funzione una dozzina di impianti: basta dare un’occhiata alla mappa del Dipartimento del territorio sul sito del Cantone
(www4.ti.ch/dt/da/spaas/temi/oasi) per rendersene conto. Una rete che le domande di costruzione pubblicate nel corso dell’estate intendono far crescere (tra potenziamenti e nuove infrastrutture). E qui i sei consiglieri si domandano come mai le aziende telefoniche, che hanno vinto concessioni per 380 milioni di franchi, non utilizzino lo stesso impianto per diffondere il loro segnale, riducendone così il numero.
Resiste, certo, l’incertezza sugli effetti delle radiazioni non ionizzanti – il cosiddetto elettrosmog –, tanto più se declinato con la nuova tecnologia. “Quello che per il momento si sa – richiama la mozione – è che oltre 230 rappresentanti del mondo scientifico – di 40 Paesi – hanno espresso una seria preoccupazione per l’esposizione permanente ai campi elettromagnetici. Campi elettromagnetici che provocano danni agli organismi viventi (uomini, animali e vegetali) anche rimanendo sotto le soglie limite imposte oggi a livello internazionale”. Una ragione in più per tenere gli occhi fissi su Berna, il gruppo di esperti e l’Ufficio federale dell’ambiente, che ha curato la revisione dell’Ordinanza sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti, realtà da giugno.