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L’Europa bianconera è freddina

Dall’urna di Montecarlo escono Kiev, Malmö e Copenaghen, squadre poco attrattive e abituate a un clima rigido

- Di Sebastiano Storelli

L’esordio del Lugano in Europa League è lontano quasi venti giorni e all’orizzonte si staglia una trasferta che scotta a Basilea, a maggior ragione dopo le tre sconfitte consecutiv­e rimediate contro Yb, Sion e San Gallo. Ma per quanto importante possa essere l’appuntamen­to del St. Jakob, la giornata di ieri ha avuto i contorni dell’Europa che la squadra del presidente Renzetti si appresta a girare per la seconda volta in tre anni. E proprio come 24 mesi fa, il sorteggio ha lasciato un po’ di amaro in bocca a giocatori, staff e dirigenti. È stata evitata una lunga e costosa trasferta (nel 2017 a Beer Sheva), ma l’attrattivi­tà degli avversari, soprattutt­o per un club costretto a disputare le partite interne a 250 km da casa, rimane modesta... «Innanzitut­to – commenta Fabio Celestini – lasciatemi esprimere l’orgoglio per quella che è una giornata speciale nella mia carriera. Quando otto mesi fa avevo firmato con il Lugano, mai mi sarei aspettato di ritrovarmi qui ad assistere da protagonis­ta a un sorteggio di Europa League. Credo vada data la giusta importanza a circostanz­e come questa, perché non tutti gli allenatori possono affermare di averle vissute. Per quanto riguarda gli avversari, avremmo tutti voluto affrontare una grande del calcio europeo, ma in questa competizio­ne ci siamo non per grazia ricevuta ma per meriti, per cui prendiamo il sorteggio per quello che è e ci prepariamo ad andare a giocare tutte le partite senza guardare il nome dell’avversario, ma soltanto con l’orgoglio di poter rappresent­are la società nella seconda competizio­ne continenta­le».

Il gruppo sembra abbordabil­e, proprio come quello di due anni fa, quando soltanto un punticino aveva negato ai bianconeri l’accesso ai sedicesimi di finale... «Stiamo disputando l’Europa League. Non ci sono squadre abbordabil­i, ma solo squadre molto forti e squadre forti. La nostra ambizione è di ben figurare e portare a casa il massimo dei punti. A Losanna, con una squadra di Challenge, avevamo battuto anche la Lokomotiv Mosca. È una questione di mentalità, di ambizione: con la voglia giusta saremo in grado di ben figurare». Il Lugano ha evitato (non di molto) uno scontro con il Getafe... «Sarebbe stata l’unica squadra per la quale mi sarei emozionato in caso di sfida diretta. Non sono mai più tornato a Getafe e sarebbe stato bello poterci andare in qualità di allenatore. So che per loro come per noi questa qualificaz­ione rappresent­a un evento storico».

Anche Fulvio Sulmoni, uno dei senatori bianconeri, si aspettava un sorteggio un po’ diverso rispetto a quello di due anni fa... «In cuor nostro speravamo di poter andare ad affrontare qualche squadra blasonata. Purtroppo non è andata così: questo è il calcio e dobbiamo accettare ciò che il sorteggio di Montecarlo ci ha regalato. Daremo ovviamente il massimo anche contro queste tre avversarie».

A livello di valori, si è rimasti grossomodo nella scala del 2017... «È certamente vero per quello che attiene all’attrattivi­tà di Kiev, Malmö e Copenaghen, compagini che – proprio come era stato il caso con Beer Sheva, Steaua e Pilzen – rischiano di portare poco pubblico a San Gallo. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, però, sono squadre contro le quali – eccetto forse per la Dinamo – possiamo fare risultato. Quello che perdiamo in spettatori, dunque, cercheremo di recuperarl­o con i punti conquistat­i». Prima dell’esordio in Europa ci sono ancora due partite di Super League... «Ad oggi la squadra è concentrat­a sul campionato nazionale, a maggior ragione in un momento difficile dopo tre sconfitte consecutiv­e. Tra qualche settimana ne riparlerem­o, ma l’ambiente è senza dubbio tranquillo. L’esperienza di due anni fa ci è servita».

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TI-PRESS/GIANINAZZI A spasso per il Continente

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