‘Strumenti per fare una buona scuola’
Il sindacato Vpod docenti esige ‘una svolta radicale nella politica scolastica’
“Occorre che il governo e il parlamento affrontino i nodi irrisolti sul tappeto, migliorando gli strumenti a disposizione dei docenti per fare una buona scuola”. Le rivendicazioni sindacali con l’inizio dell’anno scolastico sono molteplici e riguardano i diversi ambiti della scuola ticinese. Per quanto concerne la scuola dell’obbligo, scrive il sindacato, “è fondamentale mettere a disposizione dei docenti di scuola dell’infanzia, delle elementari e delle medie le necessarie risorse e il tempo indispensabile per insegnare meglio”. In concreto puntano alla riduzione degli allievi per classe, a un incremento del numero dei docenti di appoggio per gestire situazioni difficili, alla possibilità di innovare e di collaborare meglio tra docenti e a un maggior riconoscimento degli oneri svolti dai docenti di classe nella scuola media.
Nelle medie superiori la Vpod docenti sottolinea l’esigenza di trovare una soluzione concordata sul nuovo piano lezioni. In particole il sindacato chiede la pubblicazione dell’esito della consultazione sul progetto presentato dal Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) e l’apertura di un tavolo di discussione. Mentre nelle professionali la Vpod chiede che si proceda a nominare i numerosi docenti attivi da anni.
Occhio alle pensioni
Per il sindacato Vpod è fondamentale che “la politica rispetti i diritti pensionistici dei docenti e degli impiegati, procedendo al riconoscimento dei costi effettivi delle garanzie accordate per legge agli assicurati dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino (Ipct) che avevano più di 50 anni al momento in cui si decise il cambiamento del sistema pensionistico (in vigore dall’1.1.2013, ndr)”. Le stime parlano oggi di un deficit di capitalizzazione di circa 500 milioni di franchi, “cosa di cui non hanno certo colpa i docenti e gli impiegati”, ribadisce il sindacato. E su questo fronte la Vpod docenti è ferma: “La lotta dovrà essere condotta con tutti i mezzi, se necessario anche con uno sciopero”. Il rischio, secondo il sindacato, è che altrimenti “tali costi ricadano sui dipendenti che non hanno beneficiato di queste garanzia e che hanno già subito un forte peggioramento delle rendite”.