laRegione

‘Veniamo qui per stare in compagnia’ ma anche ‘perché la piazza è bella’

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Capita che lo smartphone passi di mano in mano per mostrare qualche video, e le notifiche illuminano spesso lo schermo dei telefoni appoggiati sui tavoli, ma durante il ritrovo in piazza la tecnologia sembra far spazio alla socializza­zione. «Veniamo qui per stare in compagnia», ci spiega qualcuno. Alle chiacchier­e si aggiunge però il rumore degli altoparlan­ti portatili che quasi ciascun gruppetto appoggia in mezzo al tavolo e collega alla propria raccolta di canzoni. Il volume al momento non è alto, ma l’insieme delle melodie genera un po’ di confusione. Musica diversa per diversi gruppi di giovani. Ciascuno occupa alcuni tavolini e, ci viene assicurano, c’è rispetto reciproco. «Ci conosciamo tutti e ci salutiamo», per il momento non risultano esserci rivalità.

Se in piazza scorre buon sangue, diverso è il rapporto con esercenti e residenti, due categorie esasperate dalla loro presenza. I primi a causa dei rifiuti che ritrovano sul sedime esterno del loro bar (suolo pubblico preso in affitto); i secondi perché con le finestre aperte non dormono sonni tranquilli (vedi ‘laRegione’ del 24 agosto). Nessuno dei presenti ammette di lasciare bottiglie o altro dietro di sé e ci assicurano di utilizzare i cestini, anche se alcuni ne gradirebbe­ro qualcuno in più. «Ma il viale Stazione è pieno di cestini», gli fa notare un’amica. Sta di fatto che, prove fotografic­he alla mano, certe mattine il littering è più che evidente.

Quando arriva la polizia, tutti fermi

Per quanto riguarda invece la polizia che viene regolarmen­te chiamata da chi abita qui, ci viene confermato da più persone che «le pattuglie passano in auto almeno 3-4 volte a sera». La dinamica ci viene raccontata in particolar­e da un giovane. «Fermano la macchina e abbassano i finestrini, per annusare se sentono odore di canapa. Se tutti i ragazzi e le ragazze stanno seduti, allora i poliziotti se ne vanno. Se qualcuno si allontana invece credono abbia qualcosa da nascondere e quindi vanno a chiedergli i documenti. Ormai lo sappiamo e quindi stiamo tutti fermi». E la videosorve­glianza? «Non possono usarla a meno che ci sia una rapina, altrimenti non hanno l’autorizzaz­ione», aggiunge lo stesso ragazzo. Nessuno di chi interpelli­amo sembra preoccupar­si di recare disturbo. «Non vediamo mai gente che si sporge alla finestra». Un paio ci rispondono che con i bar chiusi di sera e nessuno in giro sarebbe uno spazio sprecato. Molto spontaneam­ente infatti c’è chi ci spiega di venire a trascorrer­e del tempo sempliceme­nte perché «è una bella piazza».

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