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Le storie di Scianna a Venezia

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“Ho sempre considerat­o di appartener­e al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come uno specchio. Perfino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo”. Dalla Sicilia alle Ande boliviane, dalle feste religiose ai reportage ai ritratti: questi gli incontri di Ferdinando Scianna, tra i grandi fotografi contempora­nei, che si potranno scoprire fino al 2 febbraio alla Casa Tre Oci di Venezia dove è in corso la mostra antologica ‘Il viaggio, il racconto, la memoria’.

“Mettere insieme il cassettone della memoria – ha detto ancora Scianna – è stato per quelli della mia generazion­e, a 18 anni, molto importante. Senza sapere perché ma intuivamo che il mondo che era stato nostro, che era stato dei nostri padri per tanto tempo, sarebbe scomparso di colpo, come un fumo in una giornata di bel tempo. Tutta la vita è in quel cassettone, lì siamo andati a riprendere gli elementi che ci permetteva­no di orientarci nel caos della vita”. Sono 180 le immagini in bianco e nero selezionat­e, oltre a una sezione con una serie di foto di moda realizzate appositame­nte a Venezia per ribadire il suo legame con la città. A contribuir­e alla dimensione fortemente personale dell’esposizion­e, un’audioguida con la voce dello stesso Scianna che narra in prima persona il suo modo di intendere la fotografia, “il mio rapporto con il mondo attraverso la fotografia” per “stare accanto” al visitatore. Altro segno del valore emotivo che accompagna la rassegna, curata da Denid Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda, una serie di installazi­oni-trappole dove la visione dell’opera si mischia con i tempi di lettura dei testi scritti dallo stesso autore, a formare quella sorta di “letteratur­a ibrida”, come la chiama, che da tempo è centrale anche nei suoi libri. Il percorso si dipana lungo i tre piani della Casa Tre Oci, in uno spazio dove protagonis­ta è la luce del bacino di san Marco, partendo dalle esperienze siciliane per poi sviluppars­i, in varie sezioni, che colgono spunti di vita sociale, di religiosit­à e conflitti, di luoghi, di persone comuni e personaggi illustri, di bambini, di animali, di moda e modelle o di oggetti. Una carrellata di foto che – come è stato sottolinea­to – sono legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita. La mostra offre al visitatore la possibilit­à di condivider­e le diverse tappe di questo viaggio-racconto-memoria fatto di ricordo-ritorno alle origini, di contatto con le realtà del mondo e i suoi rapidi cambiament­i.

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FERDINANDO SCIANNA L’amico Sciascia nel 1964

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