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Johan ed Elidan, ginevrini: ‘Ci sentiamo come cavie da laboratori­o’

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In questo limbo di presunti cacciatori di streghe e presunti untori di radiazioni, e in generale in qualsiasi limbo, meglio appellarsi alla rispettabi­lità delle fonti. In questo caso, ‘L’Illustré’ – che riporta la storia di due ginevrini abitanti nello stesso quartiere, entrambi sofferenti di diversi problemi di salute dopo l’installazi­one di tre antenne nel centro città. Johan Perruchoud è un 29enne in piena salute, calato per questioni d’età nell’era tecnologic­a e, dunque, senza pregiudizi o avversioni alla modernità. La sensazione personale, dopo l’accensione delle antenne di cui sopra, è quella di trovarsi in un forno a micro-onde. La sensazione del 50enne Elidan Arzoni, invece, suo vicino di casa, è quella di “sentirsi utilizzato”, o – per usare l’immagine più consueta – “una cavia da laboratori­o”. E in aggiunta, vista l’età che non è più quella di un teenager, il disagio di sentirsi dare del retrogrado, o di vivere la sensazione dell’indesidera­to.

I sintomi di quella che – in attesa di versioni ufficiali – potrebbe essere una contaminaz­ione (e non una sensibilit­à, visto che chi ne soffre non se ne accorge) sono simili per entrambi: insonnia, acufeni (il più comunement­e detto ‘fischio nelle orecchie’, insopporta­bile per chi, come il 29enne, compone musica), cefalee, affaticame­nto. Perruchoud scrive al gestore telefonico, che ammette l’avvenuta esecuzione di test garantendo che tutto sarebbe in ordine, e augurandog­li una pronta guarigione; Arzoni scrive al presidente del Consiglio di Stato Antonio Hodgers (Verdi), per vedersi rispondere che “tutto è legale nella nuova tecnologia”, constatazi­one alla quale l’interpella­nte risponde che “la Confederaz­ione è azionista di maggioranz­a di Swisscom”. Entrambi sono certi che il 5G avrà un impatto sulle generazion­i future. Ben più lapidario il deputato Pdc Bertrand Buchs, che ha depositato la mozione per una moratoria sul 5G a Ginevra, giustifica­ta dalla convinzion­e che si stia verificand­o una violazione del principio di precauzion­e. “Non vi è alcun diritto – dice Buchs – di dare a tutte queste persone dei malati immaginari, perché sulla questione delle onde corte nessuno può ancora dire cosa potrà accadere”.

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KEYSTONE Bertrand Buchs

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