I contadini devono poter produrre
La politica agricola federale è una delle politiche settoriali che sottostanno a regolari e forti pressioni da parte sia delle cerchie partitiche di sinistra e dei verdi, incentrate a dirigere i mezzi finanziari dello Stato, sia delle cerchie economiche orientate all’esportazione e al commercio internazionale. Entrambe cercano di indebolire e statalizzare all’estremo il settore agricolo. In questo contesto politico i margini di manovra sono contenuti. Bisogna dire che il Consigliere Federale Guy Parmelin ha migliorato questa politica.
Il settore agricolo è forte di concretezza e di credenziali. Per generazioni ha sfamato tante bocche, ha curato il territorio rendendo la Svizzera un paese da cartolina invidiato per la gestione di qualità ben visibile, la cura variegata e ha generato le basi per un’incredibile ricchezza in biodiversità. Ma spesso la popolazione che vive lontana dalla realtà agricola non è cosciente di tutto ciò. Le forze che vogliono creare sfiducia hanno gioco facile.
Oggi, il carico burocratico che addossiamo alle famiglie contadine è paragonabile a quello di una multinazionale. Nonostante ciò la loro produttività in bocche sfamate è cresciuta in modo vertiginoso negli anni. Questa pressione lavorativa la si misura purtroppo anche in un numero pesante d’incidenti sul lavoro, ben 40 (!) mortali nel 2018. La burocrazia è un male del nostro sistema politico e soprattutto dimostrazione di gioco scorretto da parte di cerchie partitiche ed economiche che sono riuscite a screditare anche il rapporto tra popolazione e famiglie contadine. In nome di cosa? Delle mode effimere? Per poi importare prodotti alimentari di cui non possiamo verificare niente? Nonostante l’importante presenza dello Stato nel settore, l’agricoltore è e deve restare imprenditore e non essere trasformato in una specie di funzionario statale. Ma ci sono sempre più ideologie, paure e interessi particolari che snaturano l’efficacia dei principi imprenditoriali. L’estremismo statalista in nome dell’ecologia costa caro. Il risultato: rincaro del costo della vita, indebolimento del commercio interno, del turismo e della ristorazione. È un problema generale che va affrontato nelle condizioni quadro del nostro Stato. Sarebbe meglio sostenere il carattere produttivo della nostra agricoltura invece di snaturarlo in nome di una presunta ecologia per poi importare da chi danneggia le foreste che sono il polmone del nostro pianeta. Per la politica agricola federale quindi: meno burocrazia e meno misure che rincarano il costo della vita e avviliscono il commercio interno, più fiducia nelle nostre famiglie contadine. Di ecologia siamo già campioni. Attenzione a non andare ad intaccare le leggi a difesa del territorio ai contadini. Non abbiamo bisogno di ondate speculative. La Legge sul diritto fondiario non va modificata!