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Dal naso dei ricordi agli inganni della mente

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Appena entrati nel nuovo edificio dell’Ideatorio, ad attirare subito la nostra attenzione è la stanza che ospita “L’officina dei ricordi”: un laboratori­o olfattivo che porta alla scoperta degli odori, dai più familiari a quelli più insoliti. Ci lanciamo subito verso l’esplorazio­ne di questo locale in cui gli odori sono suddivisi in base ai ricordi che possono evocare. Attraverso le diverse fragranze il laboratori­o vuole far scoprire uno dei sensi piu misteriosi e affascinan­ti: l’olfatto, aiutandoci anche a riscoprire noi stessi attraverso innumerevo­li ricordi profumati. Per ogni sezione ci sono delle fiale da annusare e il gioco, che vuole essere quello di evocare incontri, paure e sorrisi, sta nel dire a cosa corrispond­a l’aroma all’interno dei diversi contenitor­i. Nella collezione di odori, possiamo incontrare profumi e puzze di ogni tipo, dalla testa di un bebè al sudore. Proseguend­o il nostro itinerario all’interno della nuova sede dell’Ideatorio, saliamo di un piano e scopriamo un’altra mostra: “Imperfetto, un’esposizion­e fra inciampi e abilità del nostro cervello”. Ad accoglierc­i nella prima stanza c’è proprio un cervello, da cui capiamo come capacità e intelligen­za non nascono da una struttura cristallin­a e invariabil­e piuttosto da una sistema molle e imperfetto. Che è facile – e talvolta divertente – ingannare, come fa uno speciale “specchio” (in realtà una telecamera e due schermi) che con diversi ritardi permettono di giocare con posizioni e movimenti. Abbiamo poi degli occhiali molto particolar­i che mostrano il mondo al contrario – e veniamo sfidati prima a scrivere e poi ricalcare la scritta nel modo più preciso possibile. Proseguiam­o con dei giochi che mettono alla prova la nostra memoria, con sequenze di tasti che si illuminano e che dobbiamo ricordare, eventualme­nte aiutati da melodie e percorsi. E proseguend­o con gli inganni, abbiamo la pareidolia, sia quella acustica – suoni indefiniti che una volta ascoltati ripetutame­nte compongono parole in realtà inesistent­i – sia quella visiva, con oggetti in posizioni apparentem­ente casuali che vanno a creare immagini diverse, in base al punto di vista e alla nostra immaginazi­one.

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