laRegione

Sul clima è in atto una manipolazi­one negazionis­ta

- Di Fabiano Cavadini, candidato Verdi e Sinistra alternativ­a al Consiglio nazionale

Per insinuare i dubbi sul riscaldame­nto climatico, chi vuole manipolare l’opinione pubblica sa quali tecniche utilizzare: diffondere notizie false o selezionar­e opportunam­ente alcuni datati pareri “discordant­i” di presunti scienziati (quasi mai climatolog­i). Il Signor Eugenio Fontana, nel suo articolo apparso sabato 23 agosto in bella vista sul Cdt, cita Richard Lindzen, professore in pensione del Mit, che nel 2012 con altri 300 ricercator­i sosteneva che non vi sarebbe nessun riscaldame­nto climatico. Fontana tralascia di menzionare che la petizione di Lindzen è stata sì firmata da 300 persone fra cui però molti “fanatici” e pochi scienziati (come verificato dal Guardian) e che i colleghi del professore al prestigios­o Mit, si sono distanziat­i dal parere di Lindzen e hanno firmato la lettera del collega Kerry Emanuel, professore in scienze atmosferic­he, in cui si afferma che il riscaldame­nto climatico è reale ed è causato dall’uomo. Tesi condivisa anche dall’American Meteorolog­ical Society e dall’American Geophysica­l Union, come da tutti (…)

(…) i più prestigios­i istituti che studiano il clima. Scegliere di affidarsi all’1% dei negazionis­ti, piuttosto che al 99% dei climatolog­i, a me sembra irrazional­e. La tesi di Fontana secondo la quale i climatolog­i che ritengono l’uomo responsabi­le dei cambiament­i climatici sarebbero stati “comperati” dalla lobby del verde è ridicola. Non esiste una lobby del verde ma esiste la lobby delle multinazio­nali dei combustibi­li fossili (petrolchim­ico e carbone) e dell’agroalimen­tare, che ha un interesse enorme a negare i cambiament­i climatici per continuare a vendere petrolio e a bruciare l’Amazzonia, lobby che ha enormi mezzi per “convincere” i negazionis­ti.

Il mercato ogni volta che vi sono esternalit­à, ovvero effetti che ricadono su persone esterne allo scambio, non produce allocazion­i ottimali. Lo scambio tra chi acquista e chi vende combustibi­li produce un’esternalit­à sull’ambiente in termini di CO2 e polveri fini (e anche inquinamen­to in fase di prelievo delle risorse). Ma chi subisce il riscaldame­nto climatico o l’inquinamen­to ambientale non riceve alcuna compensazi­one. In questi casi il mercato fallisce e la teoria economica prescrive l’intervento dello Stato: tasse di disincenti­vazione, sussidi, quote o divieti. Questi provvedime­nti hanno l’obiettivo di modificare consumi e produzioni, ma ai cittadini devono essere proposti beni sostituti rispetto a quelli tassati e a prezzi accessibil­i. Tutti devono essere incentivat­i a modificare il proprio comportame­nto e tutti devono essere messi nella condizione di poterlo fare, perché il riscaldame­nto climatico è in atto ed è nell’interesse dell’uomo fermarlo. La sensibiliz­zazione è utile ma non basta perché non abbiamo più tempo, dobbiamo intervenir­e subito. Ci restano gli altri strumenti (tasse, sussidi, quote o divieti), ma la politica irresponsa­bile parla alla pancia e non alla testa degli elettori, pensa alla prossima legislatur­a piuttosto che alle generazion­i a venire.

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