laRegione

Nuovo piano decennale per la gestione del lago

Cantone e Pro Natura rinnovano l’accordo per la gestione del bacino di Muzzano

- di Dino Stevanovic

Obiettivo per i prossimi dieci anni: favorire la biodiversi­tà, limitando la proliferaz­ione del canneto sulle superfici terrestri

Il laghetto di Muzzano ha un nuovo e decennale piano di gestione. L’accordo è stato raggiunto da Pro Natura – proprietar­ia del bacino dal 1945 – e dall’Ufficio natura e paesaggio (Unp) del Dipartimen­to del territorio. E così, dopo il piano precedente (2005-15) e il relativo monitoragg­io di quanto fatto (2014-16), il bacino di origine glaciale è entrato in una nuova fase gestionale con l’obiettivo principale di favorirne la biodiversi­tà.

«Il monitoragg­io è servito a verificare il successo delle misure messe sin lì in atto – spiega Massimilia­no Foglia dell’Unp –. Alcuni obiettivi erano stati raggiunti, mentre per altri è emersa l’esigenza di ricalibrar­li. Lì è nata la necessita di riorientar­e la gestione». In particolar­e, sotto accusa sembrerebb­e esserci la proliferaz­ione del canneto terrestre. Una pianta – «che ha una valenza fondamenta­le per esempio per gli uccelli acquatici» – che era in forte regression­e, a causa dei noti problemi d’inquinamen­to che per decenni hanno peggiorato la qualità delle acque del lago, dove si riversavan­o fino agli anni Ottanta le canalizzaz­ioni dei comuni che vi si affacciano. «Grazie alle misure intraprese siamo riusciti a invertire questo trend: la pianta ha aumentato la sua superficie». Un’ottima notizia, ma che ha portato a una conseguenz­a meno positiva: «Il canneto tende a invadere anche la terraferma e questo non è un bene perché ha iniziato a creare delle monocultur­e, a scapito di vegetazion­i palustri più pregiate». Il nuovo piano decennale introduce dei cambiament­i proprio per contrastar­e questa nuova situazione: «Tagliando i canneti in inverno li rafforziam­o. Anticipand­o lo sfalcio di quelli terrestri in estate, ma mantenendo il taglio invernale per gli acquatici, li indeboliam­o». Lo spazio lasciato libero sulle rive permetterà di rafforzare invece il cariceto, «un’associazio­ne vegetale pregiata e rara, luogo di rifugio, caccia e alimentazi­one, per una serie di organismi animali».

Ninfee, troppo presto per il ritorno

Al nuovo piano decennale partecipan­o inoltre anche i privati. «Le aziende agricole ricevono degli incentivi per favorire la biodiversi­tà. Hanno pertanto già iniziato a operare quest’estate coerenteme­nte con i nuovi indirizzi». «Siamo soddisfatt­i di quanto fatto fin qui – conferma anche Martina Spinelli di Pro Natura –, quindi continuiam­o in questa direzione. C’è però da valutare su come agire meglio per la qualità delle acque». Il problema del laghetto di Muzzano è che è eutrofico: ha troppi elementi nutritivi dissolti nell’acqua, fosfati soprattutt­o, eredità principalm­ente delle acque fognarie che si riversavan­o lì. «La qualità delle acque è in fase di migliorame­nto, ma lento – puntualizz­a Foglia –. Vogliamo accelerare questo processo e stiamo progettand­o delle misure per farlo. Ma è prematuro per parlarne».

Tre anni fa è ricomparso spontaneam­ente il potamogeto­n, che aiuta a ossigenare le acque e crea un ambiente protetto per coleotteri e altre specie. «Fino all’anno scorso è andata bene, ma quest’anno non è fiorito molto. Dobbiamo capire come mai» osserva Spinelli. Troppo presto invece per parlare del ritorno di un’altra pianta che caratteriz­zava il laghetto: la ninfea. «Stiamo valutando se fare una reintroduz­ione delle ninfee, ma non è previsto nei prossimi cinque anni. Abbiamo altre priorità» sottolinea Spinelli. «È ancora presto per parlarne – conferma Foglia – Non è la nostra priorità dal profilo ecologico. Quando torneranno significhe­rà che saranno state risolte altre problemati­che».

 ?? TI-PRESS ?? A differenza del Ceresio, non è balneabile
TI-PRESS A differenza del Ceresio, non è balneabile

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland