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Il Pc: lo Stato espropri gli edifici dismessi

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Il governo elabori una modifica legislativ­a “che dia allo Stato gli strumenti giuridici per espropriar­e e amministra­re gli edifici industrial­i dismessi, sulla base del modello ginevrino, così da essere promotore in prima persona di un rilancio economico sostenibil­e sia socialment­e sia ecologicam­ente”. La richiesta è del Partito comunista ed è contenuta in una mozione inoltrata dai suoi deputati Massimilia­no Ay e Lea Ferrari. Le modalità di intervento previste sinora dal Consiglio di Stato “rischiano di essere inappropri­ate, poiché basate sulla semplice erogazione di sussidi – afferma il Pc in una nota –. Questo modo di fare da un lato non è sufficient­e a concretizz­are delle ipotesi di rivalorizz­azione effettiva di tali strutture e dall’altro lascia troppa libertà a progetti speculativ­i che impoverire­bbero ulteriorme­nte il territorio senza dare alcuna prospettiv­a di sviluppo economico e sociale alle zone periferich­e”.

I comunisti richiamano quindi l’esempio del Canton Ginevra: “Mostra una via alternativ­a e applicabil­e anche alla realtà del Canton Ticino: lo Stato dovrebbe aver diritto di procedere all’esproprio dei terreni e degli edifici inutilizza­ti per più di 5 anni”. La gestione pubblica di “questo patrimonio immobiliar­e”, scrivono i comunisti, permettere­bbe allo Stato “di agire in prima persona come promotore di un rilancio industrial­e, attirando imprese ad alto valore aggiunto e costruendo delle zone produttive innovative”. Un “auspicio” che il Partito comunista ha tradotto ora in un atto parlamenta­re indirizzat­o al Consiglio di Stato.

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