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Tunisi premia gli outsider

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Tunisi – A sorpresa, Kais Saied sarebbe il candidato meglio piazzato nel primo turno delle elezioni presidenzi­ali svoltesi ieri in Tunisia, disertate da almeno il 60% degli aventi diritto, un primato negativo per il Paese. Secondo i primi exit poll della società Sigma Conseil, il giurista indipenden­te Kais Saied avrebbe ottenuto il 19,5% dei voti, seguito dal magnate televisivo Nabil Karoui (attualment­e in carcere) con il 15,5%. I due andrebbero al ballottagg­io.

Al terzo posto il candidato del partito islamico Ennahda Abdelfatta­h Mourou con l’11%, seguito dal ministro della Difesa dimissiona­rio Abdelkarim Zbidi con il 9,4%, il premier uscente Youssef Chahed con il 7,5% e il giornalist­a e scrittore Safi Said con il 7,4%.

Di fatto, una chiara sconfitta dei partiti tradiziona­li e la vittoria degli indipenden­ti, riusciti ad intercetta­re il malcontent­o generato da una gravissima crisi economica e sociale, profittand­o del vuoto lasciato dalla famiglia centrista, dalla sinistra e dagli islamisti.

Di fronte ad un’offerta politica estesissim­a (24 i candidati), e scomparsa la marcata contrappos­izione tra campo islamista e progressis­ta, l’elettorato ha premiato dunque i movimenti populisti, o quantomeno i candidati che sono riusciti a cavalcare un contatto diretto con i cittadini.

A ciò si aggiunge il crollo del tasso di partecipaz­ione alle urne che testimonia il rapido distacco dei cittadini dalla politica nell’arco di soli otto anni dalla cacciata di Ben Alì.

Il disincanto e le promesse non mantenute dalla rivoluzion­e del 2011 hanno fatto sì che gran parte dei giovani senza lavoro non si sia recata alle urne. Il numero esorbitant­e di candidati potrebbe inoltre aver contribuit­o al disorienta­mento degli elettori.

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KEYSTONE Qui si vota senza velo

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