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Molino: prima la manif, poi la polemica

Perlopiù pacifico il corteo per l’autogestio­ne. Ma la Lega minaccia denunce penali.

- Di Alfonso Reggiani e Dino Stevanovic

Circa 400 partecipan­ti per la polizia, il doppio per gli organizzat­ori. Balletto di cifre a parte, la manifestaz­ione del centro sociale Il Molino a favore dell’autogestio­ne, svoltasi sabato a Lugano, è stata “prevalente­mente pacifica” anche secondo le autorità. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il corteo si è rivelato intergener­azionale, colorato e al ritmo di musica. L’autogestio­ne è tornata così lungo le strade della città dopo 17 anni dallo sgombero ordinato dal governo nel 2002.

Bertini: ‘Il dispositiv­o ha fatto bene’

Partito alle 13.30 circa da Cornaredo, il corteo è passato da via Monte Boglia: quartier generale della Lega dei ticinesi e sede del ‘Mattino della Domenica’. Qualche fumogeno, volantini e slogan contro i politici leghisti, in particolar­e contro il capo del Dipartimen­to delle istituzion­i, Norman Gobbi. Critiche anche di fronte alla Croce Rossa, in particolar­e per la questione del ‘bunker’ di Camorino. Poi, è stata raggiunta via Balestra, limite della zona rossa. Qui – di fronte al dispositiv­o antisommos­sa dispiegato dalle polizie Cantonale e della Città – alcuni hanno acceso dei fumogeni e scandito slogan contro forze dell’ordine e Municipio intonando ‘Bella Ciao’ e altre canzoni, ma non è stato forzato il blocco. Il corteo si è infatti diretto verso piazza Molino Nuovo, per la prevista cena popolare. E sebbene la Polizia cantonale ieri abbia sottolinea­to che “non sono state rilevate infrazioni o problemati­che particolar­i”, quanto accaduto in via Monte Boglia – “abbandonat­a” dalla polizia, secondo uno sfogo ripreso da ‘Liberatv’ del granconsig­liere Boris Bignasca – ha scatenato la reazione leghista. “Verrà presentata denuncia penale contro ignoti e la fattura per le spese di pulizia verrà inviata al Municipio” si legge sul foglio del Movimento. «Il dispositiv­o di polizia ha fatto un buon lavoro – valuta Michele Bertini –. Sul perché di certe scelte tattiche, la domanda va fatta alla Polizia cantonale». Il vicensinda­co evidenzia poi di non rifiutare l’autogestio­ne «in quanto concetto, ma questa sua forma che respinge il dialogo e sfida l’autorità: sabato le provocazio­ni non sono mancate. Il Municipio deve poter scegliere i contenuti dell’ex Macello senza sentirsi in ostaggio».

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Disaccordo sul numero di persone

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