Manuele Bertoli: ‘Il giornalismo, barometro affidabile della nostra democrazia’
Dando per scontato che il sonno è molto importante anche se «un giornalista deve ficcare il naso sempre, anche quando dorme», come dice Travaglio, è vero che «sono anni difficili», come spiegava Roberto Porta, presidente dell’Associazione ticinese dei giornalisti, poco prima della consegna dei premi. Soprattutto in tempi in cui si regalano ai colossi del web una buona fetta del mercato pubblicitario, i Newsdeprivierte (la fascia 16-29 anni che si informa via social) sono il 53% e il quarto rapporto svizzero sul razzismo vede l’informarsi male (o mai) raggiungere «dimensioni qualitative e quantitative tali da rendere difficile la dialettica democratica». Nella Sala 1 del Lac c’è anche Manuele Bertoli, colpito dall’Italia, terra in cui «i giornalisti sono anche assidui invitati ai talk show, quasi interscambiabili con i politici»; il direttore del Decs allerta sui rischi della narrazione, su cui tanto si insiste oggi («Attenzione, la verità è una») e si unisce al coro unanime di presidente Atg e direttore del ‘Fatto’ sull’essere, la qualità, la chiave per salvare il giornalismo (o, per dirla con Bertoli, «il barometro affidabile della nostra democrazia»).
Nella lunga lista di premi (consultabile su www.laregione.ch/atg) spiccano due reportage Rsi su tragedie annunciate e non: quello di Alessandro Tini sulla frana di Bondo (‘La morte era dietro di me’, primo nella sezione ‘Radio’) e ‘43’. Il ponte spezzato’, reportage di Falò sul crollo del ‘Morandi’ a Genova, di Philippe Blanc (sezione ‘Televisione’).
Degna di segnalazione e pure la doppietta targata Ti-Press nella sezione ‘Fotografia’: lo scatto di Wang Bing col Pardo d’oro 2017 in mano per ‘Mrs. Fang’ è di Samuel Golay; lo sconforto del portiere dell’Hockey Club Lugano Elvis Merzlikins, dopo la settima e ultima partita persa contro i Lyons, finale di campionato svizzero, è stato ritratto dall’obiettivo di Pablo Gianinazzi.