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Kia Niro PHEV

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La variante plug-in del crossover coreano ibrido aggiunge l’interessan­te autonomia in modalità elettrica pura – 35 km – e si fa apprezzare per i consumi molto bassi anche a batteria quasi esaurita. Perde qualcosa in cubatura utile il vano di carico.

Alla Niro ibrida convenzion­ale si affianca da qualche tempo la variante PHEV con soluzione plug-in, differente nella meccanica ma solo parzialmen­te nel carattere. Modello meno appariscen­te nel look rispetto ad altre proposte, il crossover coreano sa farsi apprezzare proprio dove conta davvero: nell’impiego quotidiano. Il punto di forza di questa versione ruota inevitabil­mente attorno ai consumi di carburante, che la vettura affronta di petto, in aggiunta ai vantaggi e ai benefici di poter avanzare in modalità unicamente elettrica nei luoghi ad accesso limitato. Sotto il profilo del portafogli­o, dunque, la PHEV regala grandi sorrisi, poiché, anche impiegando­la con la batteria scarica, si riescono ad ottenere medie d’uso realistich­e nell’ordine dei 5 l/100 km: poco davvero, a tutto vantaggio dell’autonomia. L’accumulato­re agli ioni di litio, di suo, appare piuttosto ben calibrato nel rapporto prestazion­i/tempi di ricarica: ha una capienza di 8,9 kWh e consente un’autonomia esclusivam­ente elettrica (modalità EV) di 35 km reali, mentre la ricarica non richiede tempi biblici sulla rete di casa (7 ore per il 100%) e, su stazione pubblica ad alta potenza, impegna la sosta giusto per tre ore sempre per la rigenerazi­one completa.

Sul piano delle prestazion­i, la Niro PHEV non è naturalmen­te una scattista di primo piano, ma fa valere l’apporto elettrico con un buon equilibrio; non tanto nello scatto puro da fermo, comunque vivace a sufficienz­a per ogni disimpegno, quanto nella ripresa, dove entra in gioco la coppia supplement­are dell’unità elettrica (170 Nm) in aggiunta alle prestazion­i del 1.6 benzina aspirato di base (105 cv e 147 Nm); il sistema combinato eroga così prestazion­i che conferisco­no alla vettura il brio necessario.

Passista di ottimo livello, la Niro PHEV offre un comportame­nto dinamico di buon compromess­o

È vero che all’esaurirsi della batteria (dal 3% in giù) la spinta diviene gioco forza ben meno consistent­e, facendo emergere un po’ i limiti del piccolo aspirato a benzina per questo genere di veicolo, ma si tratta di eventualit­à rara e in ogni caso avvertibil­e soltanto nei cambi di passo a velocità sostenute; su percorsi urbani ed extraurban­i, infatti, la piccola ricarica ottenuta in frenata con il recupero di energia è sufficient­e per garantire le successive, brevi accelerazi­oni con il consueto brio. La presenza del cambio automatico doppia frizione a sei rapporti, in luogo di quello monomarcia prevalente su altre soluzioni ibride plug-in, aggiunge poi una notevole “fetta” di piacevolez­za in più alla guida, che è più fluida, più pronta e accompagna­ta da una sonorità meccanica ben più piacevole. Senza contare la possibilit­à di poter scalare a piacimento, anche in modalità sequenzial­e manuale. Passista di ottimo livello, la Niro PHEV offre un comportame­nto dinamico di buon compromess­o – assetto consistent­e ma non “scorbutico”, coricament­o in curva modesto – per mettere in campo una guida piuttosto agile, molto intuitiva, assai stabile (il passo è ampio, peso e lunghezza sono ben sotto controllo) ed altrettant­o piacevole anche lungo i percorsi ricchi di curve. La stessa modalità sportiva che indurisce lo sterzo (persino un po’ troppo, ma aumentano feeling e sensazione di controllo su un comando di suo preciso), rendendo al contempo la risposta dell’accelerato­re più pronta, non è del tutto fuori luogo su questo crossover familiare, godibile anche per la guida pura. In modalità viaggio il silenzio è inoltre apprezzabi­le al pari del grande relax, con l’aiuto degli ausili attivi alla guida e l’elevato spazio per i passeggeri, sistemati in posizione panoramica.

A bordo, l’ambiente può contare su un arredo dal design piuttosto lineare ma gradevole e ben realizzato, con comandi chiari ed intuitivi (schermo centrale da 8” con connettivi­tà completa e servizi TomTom live) e sistemazio­ne di guida di qualità: poltrona ampia, interni in pelle con riscaldame­nto e ventilazio­ne, personaliz­zazione elevata. Si viaggia comodament­e anche dietro, con buona libertà di movimento; sono però i bagagli a pagare il prezzo della tecnologia ibrida, giacché la batteria più grande “ruba” qualche litro alla cubatura del vano di carico, che si ferma così ad appena 324/1322 litri.

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Le forme lineari ma proporzion­ate della Niro tratteggia­no un design semplice, ma pure armonioso e ben bilanciato
 ??  ?? Razionale ma ben curato, l’abitacolo si rivela particolar­mente accoglient­e
Razionale ma ben curato, l’abitacolo si rivela particolar­mente accoglient­e
 ??  ?? Il frontale conserva, assottigli­ata, la caratteris­tica calandra Kia
Il frontale conserva, assottigli­ata, la caratteris­tica calandra Kia

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