De Rosa: inaccettabile qualsiasi aumento dei premi
«Riterrò inaccettabile qualsiasi nuovo aumento dei premi di cassa malati. Forse arriverà, ma sarà difficile da accettare». Parole di Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità, che, intervenendo nella discussione in Gran Consiglio sul Consuntivo 2018 del Cantone, ha lamentato l’impossibilità di accedere ai dati dell’Ufficio federale della sanità, di cui «avremmo bisogno per poterci esprimere sui premi».
Per il resto, ieri, tutto secondo copione. Il Consuntivo – un avanzo di 137,2 milioni di franchi – non fa l’unanimità in parlamento. Anzi. Nel voto sul complesso previsto per oggi, sullo schermo dell’aula del Gran Consiglio a destra come a sinistra compariranno non pochi pallini rossi. Ma sarà in ogni caso via libera. Via libera a un Consuntivo che, ha affermato Daniele Caverzasio (Lega), presidente della Commissione parlamentare della gestione e relatore del rapporto di maggioranza, «pur essendo buono, va valutato con estrema prudenza, perché dovuto a una serie di entrate straordinarie. Nei prossimi anni continuerà a essere necessario mantenere una corretta disciplina finanziaria per garantire un equilibrio duraturo e per ricavarsi margini di manovra per nuovi investimenti e compiti». Dal canto suo, il direttore del Dfe Christian Vitta rinnova: «Non lasciamoci prendere da facili entusiasmi». Dello stesso avviso Maurizio Agustoni, capogruppo del Ppd: «Ci vuole prudenza, però non significa doversi accontentare. Si dovrebbe recuperare il desiderio di qualcosa di più grande, ma nell’assunzione degli impegni ci sia la dovuta responsabilità. Auspichiamo che anche in futuro la politica finanziaria sia caratterizzata da equilibrio e lungimiranza». Non solo un esercizio contabile, «ma un bilancio della scorsa legislatura» per Alex Farinelli, capogruppo del Plr. Un bilancio «positivo. Partendo da una situazione disastrosa, chiudiamo con avanzi strutturali». Un buon viatico, spiega, «perché il Consiglio di Stato si concentri su giustizia, scuola, pianificazione ospedaliera e sul progetto ‘Ticino 2020’ con più serenità. Nei prossimi anni, per formazione, socialità, trasporti e fiscalità saranno investite decine di milioni». Michele Foletti, capogruppo della Lega: «Senza la manovra di risanamento del 2016 oggi non avremmo i conti in equilibrio». E fin qui i prudenti, e maggioritari, applausi. Ma ci sono anche i no secchi. «Aumentano le disuguaglianze, le persone a rischio di povertà e il tasso di povertà sono il doppio della media nazionale», rileva Ivo Durisch, capogruppo del Ps e relatore del rapporto di minoranza. Che aggiunge: «È necessario cambiare priorità, che devono essere salario minimo, socialità, sostegno alla scuola, e politiche per il lavoro e l’alloggio». Secca la bocciatura anche dall’Udc, il cui capogruppo Sergio Morisoli tuona: «A chi serve uno Stato che ha 137 milioni in più mentre il Paese ne ha 137 in meno? Tramite la mano visibilissima del fisco si passa da uno Stato autorevole a uno Stato autoritario». Un no «perché ci siano politiche più vicine alla popolazione con obiettivi ecologici» arriva dai Verdi con Samantha Bourgoin. Per i partiti che non fanno gruppo, le bocciature arrivano infine da Mps, Pc e Più donne.