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Economia a ‘rischio ingolfamen­to’

Le stime per il Pil nazionale e cantonale sono state riviste al ribasso da Seco e Bak

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Il rallentame­nto economico iniziato nei primi mesi del 2019 è proseguito anche nel secondo trimestre. Le cause di questo ulteriore rallentame­nto sono, come nel recente passato, da ricondurre soprattutt­o alle persistent­i frizioni economiche in atto a livello internazio­nale. Il gruppo di esperti della Seco pronostica per l’anno in corso una crescita del Pil dello 0,8% (a giugno si attendevan­o un +1,2%) e un +1,7% per il 2020 (invariato). Per il Ticino, le ultime stime del Pil elaborate dal Bak a inizio estate facevano segnare un +2,2% per il 2018 e del +1,9% per il 2019. Per l’anno prossimo, le nuove proiezioni indicano un +1,5% del Pil cantonale (+1,7% quello stimato a giugno, ndr) “Nonostante il quadro sfavorevol­e, a livello nazionale arrivano ancora segnali incoraggia­nti, ad esempio dai valori dei consumi interni o dal mercato del lavoro, appare invece più fragile la situazione cantonale”, si legge nell’ultimo monitoragg­io congiuntur­ale reso noto dall’Ustat (Ufficio cantonale di statistica). In particolar­e in Ticino si confermano in difficoltà alcuni settori tra cui le attività manifattur­iere e il settore delle costruzion­i, difficoltà misurate sia dalle indagini qualitativ­e (come le inchieste congiuntur­ali del Kof) che da statistich­e puntuali (quali la statistica del commercio estero e la statistica delle domande di costruzion­e). Meno negative le sensazioni espresse dal commercio, dal settore finanziari­o e dal turismo. Inoltre, a livello cantonale, la decelerazi­one economica sembra aver già iniziato a influenzar­e il mercato del lavoro, considerat­a la lenta crescita degli impieghi, nuovamente limitata ai soli tempi parziali, e la contempora­nea diminuzion­e degli occupati. Attualment­e le previsioni degli imprendito­ri rispetto all’evoluzione degli affari nei prossimi mesi non mostrano un ulteriore peggiorame­nto, rivelano anzi un relativo ottimismo. Meno positive le attese dei consumator­i, difatti secondo l’inchiesta sulla fiducia dei consumator­i svolta dalla Seco sono negative tanto le attese rispetto all’evoluzione della situazione economica che quelle rispetto all’evoluzione della situazione finanziari­a. Queste ultime proiezioni “lasciano affiorare il rischio di un imminente ingolfamen­to economico”, scrivono gli economisti dell’Ustat.

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TI-PRESS Rallentame­nto in vista

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