La piattaforma Wish, nata per chi ha bisogno di risparmiare
Fondata in California nel luglio del 2010 da due ex programmatori di Google e Yahoo! – il polacco Peter Szulczewski e il sudcoreano Danny Zhang – Wish è la piattaforma di e-commerce che ha visto scaricare di più al mondo la propria App per smartphone nel corso del 2018 portando il proprio fatturato a circa 1,9 miliardi di dollari, tanto che la società è valutata circa 9 miliardi di dollari e valuta uno sbarco in Borsa entro i prossimi due anni. Inizialmente il proposito dei due programmatori era quello di creare un concorrente di Google Ads. Uno strumento online per visualizzare – in tempo reale – prodotti simili a quelli cercati da un utente sul web, in vendita su altri siti. Nel 2013 i due fondatori hanno trasformato il loro business (allora denominato Context Logic) in un e-commerce globale basato su prodotti scontatissimi e a piccoli prezzi.
Il business – come quasi tutti quelli basati sulla digitalizzazione – è basato sulla disintermediazione. In pratica la piattaforma mette direttamente in contatto produttori – quasi tutti cinesi – e consumatori in tutto il mondo, permettendo loro di acquistare a prezzi vicini al costo di produzione. Accorcia, in pratica, la filiera commerciale anche se i tempi di consegna sono molto lunghi: da 4 a 12 settimane. Una tempistica che non scoraggia l’utente medio della piattaforma che acquista circa 16 volte l’anno. È lontana, anche se si ispira allo stesso modello commerciale, dalla concorrente Amazon che invece punta sulla velocità di consegna e su brand noti al grande pubblico.
La fascia di mercato a cui si rivolge Wish, inoltre, è composta da utenti che prediligono prodotti non brandizzati (non di marca, per intenderci) al miglior prezzo possibile e che non danno priorità a una consegna veloce. Un altro aspetto della startup californiana è l’assenza di responsabilità che si prende nei confronti dei compratori. Wish scrive chiaramente di non essere coinvolto direttamente nelle transazioni e che di conseguenza “non ha controllo su qualità, sicurezza, moralità o legalità dei prodotti venduti”, né può garantire che “i prodotti ordinati siano uguali a quelli visualizzati”. Insomma, cliente avvisato...