Sindacalista licenziato: risoluzione e oltre 200 firme
Una risoluzione sostenuta all’unanimità da oltre un centinaio di partecipanti all’assemblea straordinaria di solidarietà e una petizione con più di 200 firme. È grande il sostegno nei confronti di Arturo Mellace, sindacalista Ocst al segretariato di Bellinzona licenziato – all’età di 60 anni – dopo 22 anni di servizio. Il motivo? “Per aver contestato il suo capo diretto che pretendeva, da lui e dai suoi colleghi addetti ai servizi esterni sui cantieri e nelle fabbriche, più produttività intesa come acquisizione di un maggior numero di lavoratori da iscrivere al sindacato”, si legge nella petizione. L’indignazione è stata espressa da colleghi e lavoratori iscritti all’Organizzazione cristiano sociale riuniti nel tardo pomeriggio di ieri alla Carrozzeria Nima di Giubiasco, dai quali è scaturita la risoluzione che verrà inviata oggi ai vertici del sindacato assieme alla notifica delle firme sottoposte a un notaio. Mellace, viene sottolineato nella risoluzione che chiede il ritiro del licenziamento, rappresenta “il vero sindacalista proveniente dal mondo operaio che è sempre stato vicino ai bisogni dei lavoratori, sostenendoli e aiutandoli nei momenti di difficoltà sia davanti ai datori di lavori che in tutte le problematiche connesse all’attività lavorativa e della famiglia”. A preoccupare sono in particolare i “pessimi segnali d’incoerenza” da parte degli alti funzionari dei sindacati. Oltre a quanto appena successo in casa Ocst si fa infatti riferimento a licenziamenti anche da parte di Unia. In questo modo sono i sindacati stessi a essere “cattivi esempi soprattutto verso quei datori senza scrupoli che usano l’arma del licenziamento per intimorire il personale e assoggettarlo ai loro doveri”, scrivono i lavoratori. “Come possono pretendere i sindacati di essere ascoltati – aggiungono –, se già i dirigenti sindacali si comportano peggio dei più beceri datori di lavoro”? Metodi simili vengono definiti inaccettabili e incompatibili con i valori cristiani dell’organizzazione. “Oltre a dare una pessima immagine del sindacato, colpiscono la persona e la sua famiglia”. Se i vertici non dovessero reintegrare Mellace, i sostenitori della risoluzione spiegano di voler aprire un dibattito con gli altri sindacalizzati e valuteranno ulteriori azioni.