Arlecchino ‘si muove’
A Brissago il Comitato, orfano di una figura di riferimento come la segretaria, tornerà a riunirsi e pianificare il lavoro. Parla il presidente Fabio Solari.
Era partita con grande slancio e carica di entusiasmo 10 anni fa. Ma questo piglio deciso e risoluto, purtroppo, è andato un tantino spegnendosi con la morte della segretaria, Mariangela Molteni, sorta di factotum e figura di riferimento per il comitato. Stiamo parlando dell’Associazione Amiche e Amici dell’Arlecchino, nata per assicurare un futuro alla dismessa e “storica” sala cinematografica brissaghese, costruita alla fine degli anni Cinquanta e chiusa nel 2002 a seguito dei risultati di una perizia sulle norme antincendio.
Una missione che – ne erano consci i promotori sin dall’inizio – non sarebbe stata facile ma che ha comunque permesso loro di posare il classico “primo mattone”. Storia di qualche anno fa, ormai, con la prima campagna di raccolta fondi che ha portato i suoi frutti: 100mila franchi. «Un risultato conseguito soprattutto grazie alla disponibilità e alla collaborazione dell’Ente regionale di sviluppo Locarnese e Vallemaggia (piattaforma di crowdfunding) e della cinquantina di soci che ha contribuito finanziariamente all’operazione attraverso donazioni – ricorda Fabio Solari, presidente dell’Associazione –. Quello è stato il primo step». Da lì in poi, però, il discorso si è un tantino arenato: «Sì, lo ammetto, la prematura scomparsa della nostra segretaria ha rallentato il lavoro. Questo non vuol dire che l’Associazione abbia smesso di svolgere il suo compito, intendiamoci. Avanziamo, ma lentamente. Negli scorsi mesi ci saremmo dovuti trovare con l’architetto Pisoni per vedere di arrivare all’allestimento della domanda di costruzione. L’incontro non ha avuto luogo ma vedremo di rimediare al più presto, perché è importante che lui possa passare alla fase di progettazione. Il prossimo passo sarà quello di rimettere in sesto il comitato dell’Associazione. Occorrerà rimpolpare un po’ i ranghi e far rinascere quell’entusiasmo iniziale indispensabile per affrontare la fase successiva, quella della raccolta di 1-1,2 milioni di franchi per portare a buon fine il nostro obiettivo. Servirà la collaborazione di tutti, perché dovremo pianificare gli interventi, incontrarci con i competenti uffici cantonali, valutare dove sia possibile reperire i sussidi. C’è tanto lavoro e per questo serve un gruppo compatto e motivato che si dia da fare. Il cinema Arlecchino è un edificio pensato per tutta la comunità, sarà utile al paese come centro di socializzazione, di intrattenimento e di cultura e non risponderà agli interessi di un solo gruppo di persone. Per questo anche molte personalità dell’arte, della cultura e della politica si erano subito schierate al nostro fianco per evitare l’abbattimento della struttura”.