Spacciava droga col figlio ‘per aiutarlo’
Per tutto il processo ha ribadito di aver spacciato droga con il figlio appena maggiorenne – cocaina e quasi due chili tra marijuana e hashish venduta a diversi minori – solo per aiutare il giovane da un debito contratto con un trafficante, il quale non avrebbe risparmiato gravi minacce a lui e a tutti i suoi, ben sette, figli. Salvo poi, al cospetto di immensi debiti accumulati in gran parte con il gioco d’azzardo, andarsene tranquillamente in vacanza alle Maldive. Una versione, quella fornita dall’imputato comparso oggi alle Assise criminali – un cittadino italiano di 42 anni appena compiuti in carcere e residente illegalmente nel Luganese – alla quale non hanno creduto né i giudici né la pubblica accusa, sostenuta dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni. Il magistrato, che aveva proposto una pena complessiva di 35 mesi e l’espulsione dalla Svizzera nonostante i figli risiedano in Ticino da anni, ha sottolineato che l’imputato vendeva invece la sostanza stupefacente per sé e anzi chiedeva al figlio di rifornirlo. Sull’intera vicenda ha pesato una precedente pena sempre per droga di 20 mesi di detenzione dell’ottobre 2015, che i giudici sospesero per 5 anni di prova all’uomo. Una prova tradita e pertanto l’odierna Corte ieri ha deciso di revocarla parzialmente, nonostante l’opposizione pronunciata dall’avvocatessa della difesa, Barbara Pezzati, che invano ha evocato numerose circostanze attenuanti.
Il giudice Marco Villa ha spiegato che l’atto d’accusa è stato interamente confermato e che il 42enne non ha portato nessuna prova di un cambiamento positivo: “Non ha lavoro, né soldi né un domicilio”. Ergo: se lasciato libero, ricadrebbe in nuovi reati o nel gioco d’azzardo. La Corte non ha tuttavia pronunciato l’espulsione dell’uomo dalla Svizzera, soprattutto perché ha prole e risiede da oltre vent’anni in Ticino e perché per la natura dei reati compiuti i giudici potevano avvalersi in modo facoltativo, non ne erano obbligati, ad emettere l’allontanamento dal Paese del 42enne. L’uomo è stato pure riconosciuto colpevole di infrazione alla legge federale sulle armi e sulle munizioni: custodiva a casa una pistola e un revolver senza autorizzazione. «Un’ulteriore prova – parola della procuratrice pubblica espressa in requisitoria – che l’uomo “ha fatto uso del territorio svizzero senza rispettare le leggi”.