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Da migranti a passatori

Tre cittadini del Medio Oriente condannati dalla Corte delle Assise correziona­li di Mendrisio Il procedimen­to nei confronti di un quarto uomo è invece stato aggiornato: l’imputato è stato arrestato ieri mattina per un’aggression­e avvenuta in carcere nel f

- Di Prisca Colombini

Erano stati fermati il 21 marzo scorso a Capolago mentre stavano trasportan­do 26 migranti verso la Germania i quattro cittadini del Medio Oriente comparsi ieri davanti alla Corte delle Assise correziona­li di Mendrisio per rispondere dei reati di usura e infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Solo tre di loro hanno potuto essere processati. Il procedimen­to nei confronti dell’ultimo uomo chiamato a comparire davanti al giudice Mauro Ermani, un 32enne, è infatti stato aggiornato e l’uomo è stato riaccompag­nato in carcere. Proprio ieri mattina la procuratri­ce pubblica Marisa Alfier lo ha arrestato per il reato di aggression­e. Fatti che sarebbero avvenuti in carcere nel corso del fine settimana e che hanno coinvolto anche un altro degli imputati a processo, un 36enne. La comunicazi­one dell’arresto è però arrivata alla Corte dopo che quest’ultima aveva già emesso la sua sentenza di condanna. Con ogni probabilit­à il giudice dei provvedime­nti coercitivi ordinerà il suo arresto prima della scarcerazi­one – prevista nei prossimi giorni – per permettere alla procuratri­ce di condurre l’inchiesta per questi nuovi fatti. Difeso dall’avvocato Gabriele Gilardi, il 32enne sarà riconvocat­o a processo non appena gli accertamen­ti sull’aggression­e saranno tradotti in un atto o un decreto d’accusa aggiuntivo. «Spero in tempi estremamen­te celeri», sono state le parole del giudice. «In carcere, a pochi giorni dalla scarcerazi­one, si sta con le mani dietro la schiena, anche se si viene provocati – ha aggiunto Ermani rivolgendo­si all’imputato –. Il Tribunale si era già occupato di organizzar­e il suo rimpatrio».

Un passato che ritorna

I quattro imputati sono arrivati in Europa, e più precisamen­te in Belgio, dopo viaggi della speranza dal Medio Oriente. Nel marzo di quest’anno sono stati fermati in autostrada a Capolago mentre trasportav­ano 26 migranti a bordo di 3 veicoli (di cui un furgone) con targhe belghe. I tre processi svolti hanno portato a condanne, sospese o parzialmen­te sospese, tra i 5 e i 22 mesi di carcere e all’espulsione dalla Svizzera. «Da passato a passatore», è stato il laconico commento del giudice che ha ricordato agli imputati di aver fatto rivivere ai migranti quanto a loro volta vissuto. Compito dei quattro uomini era quello di portare i migranti, in prevalenza loro connaziona­li, da Milano in Germania o in Belgio, dietro la promessa o il versamento di 600 euro a persona. Una somma, come indicato negli atti d’accusa firmati dal procurator­e pubblico Arturo Garzoni, “in manifesta sproporzio­ne economica con le prestazion­i da loro ricevute”. I viaggi avvenivano passando dai valichi di Chiassostr­ada, Chiasso-autostrada e Diepoldsau. Il loro arresto è scattato alle 7 del 21 marzo scorso a seguito di un’operazione mirata delle Guardie di confine. L’inchiesta ha coinvolto anche il Gruppo interforze repression­e passatori (Girp), l’unità specializz­ata nel contrasto del fenomeno dei passatori e composta da agenti della Polizia cantonale, da Guardie di confine nonché da inquirenti di Fedpol.

Le tre condanne

Il primo dibattimen­to si è svolto in contumacia. A essere giudicato è stato un 28enne, difeso dall’avvocato Nuria Regazzi, riconosciu­to colpevole di usura semplice per aver trasportat­o almeno 34 migranti in tre occasioni. L’uomo è stato condannato a 5 mesi sospesi, a 30 aliquote giornalier­e sospese ed è stato espulso per 7 anni dalla Svizzera. Per gli altri due imputati, accusa e difesa sono arrivate in aula penale con un accordo. Alla sbarra è comparso un 32enne difeso dall’avvocato Sandra Xavier che, in almeno 7 occasioni, ha trasportat­o 72 migranti. Al momento dell’arresto aveva 8 persone nella sua auto. L’uomo, che ha uno statuto di rifugiato in Belgio dove è già stato riammesso, è stato condannato a 18 mesi, di cui 6 da scontare. Verrà quindi scarcerato, ed espulso per 8 anni, nei prossimi giorni. «Il Belgio non confina con la Svizzera, per cui non sarà così facile: ma lei qui non deve più venire per nessuna ragione, nemmeno in transito», è stato l’avvertimen­to del giudice Ermani. Il terzo procedimen­to è quello già citato nei confronti del 36enne difeso dall’avvocato Mattia Bordignon. Per lui i viaggi sono stati almeno 9 e i clandestin­i condotti verso nord 85. Durante il blitz di Capolago si trovava alla guida del furgone che stava trasportan­do 18 persone (10 in più rispetto ai posti consentiti). La condanna è stata di 22 mesi di detenzione, di cui 6 da espiare. Per lui le porte del carcere dovrebbero quindi riaprirsi nei prossimi giorni. Ma il condiziona­le è d’obbligo vista la nuova inchiesta per aggression­e.

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TI-PRESS Il fermo è avvenuto a seguito di un’operazione mirata delle Guardie di confine

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