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Pau-Lessi: mai stato indagato!

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Dopo le polemiche in Gran Consiglio sulla sua nomina nel Cda dell’Azienda rifiuti, l’ex capouffici­o del Dss dice: ‘Non ho coperto quel funzionari­o e non sono mai stato indagato!’.

La misura è colma, deve aver pensato l’ex capouffici­o in seno al Dipartimen­to sanità e socialità Ivan Pau-Lessi. E dopo le polemiche di lunedì in Gran Consiglio, rimbalzate sui media, intorno alla sua nomina (rinviata) nel Consiglio di amministra­zione dell’Azienda cantonale dei rifiuti, polemiche in relazione alla condanna di un funzionari­o dello stesso dipartimen­to per coazione sessuale, Pau-Lessi ha affidato al proprio legale una lunga e circostanz­iata presa di posizione (la versione integrale è sul sito online della ‘Regione’). “Sebbene sia stato sentito quale teste dal Ministero pubblico nell’ambito dell’inchiesta penale a carico di un ex funzionari­o (il 59enne poi condannato, ndr) e suo collaborat­ore”, Pau-Lessi, “non ha mai fatto e non fa assolutame­nte oggetto a sua volta di alcun procedimen­to penale”, scrive l’avvocato Andrea Bersani. “Il fatto che, all’atto di leggere la sentenza di condanna dell’ex collaborat­ore del Dss, il giudice Villa si sia scusato ufficialme­nte a nome dello Stato, ciò che ha provocato innumerevo­li reazioni, sia a mezzo stampa, sia in sede istituzion­ale, soprattutt­o da parte di alcuni politici, è circostanz­a – afferma Bersani – che il mio mandante deplora, proprio per gli effetti dirompenti che simili reazioni hanno avuto, ma che tuttavia lo stesso signor Pau-Lessi non ha mai potuto chiarire, tenuto conto del rifiuto categorico del giudice, su mia richiesta, di voler meglio precisare il senso di quelle affermazio­ni”. L’altro ieri, intanto, la presidente della Corte d’appello e revisione penale, davanti a cui è stato impugnato il verdetto di primo grado a carico del 59enne ex funzionari­o, ha accolto la richiesta di Bersani di disporre delle motivazion­i della sentenza, “debitament­e anonimizza­te”. Questo per “poter permettere al mio mandante di intraprend­ere i passi necessari a tutela dei propri legittimi interessi, ciò che sarà fatto a tempo debito”. Il “livello” e la “gravità” delle accuse mosse in sede politica “in modo del tutto ingiustifi­cato” nei confronti di Pau-Lessi – “il quale mai ha coperto qualsivogl­ia atteggiame­nto di natura penalmente rilevante del suo ex collaborat­ore, né è mai venuto a conoscenza di quanto è stato addebitato a quest’ultimo” – non sarà “più tollerato”, afferma Bersani.

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TI-PRESS Ivan Pau-Lessi

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