L’anatroccolo deve tornare cigno
A poco meno di due anni dall’ultima volta il Lugano ritrova l’Europa e lo fa con l’orgoglio di chi si è guadagnato con un’ottima scorsa stagione (3° posto in campionato) il diritto di calcare un palcoscenico così importante, ma anche con la speranza (tendente alla preghiera) che l’appuntamento continentale possa rivelarsi una panacea per i mali che affliggono una società partita sì bene nella nuova stagione, ma poi ingobbitasi sotto il peso dei risultati negativi e soprattutto delle prestazioni giudicate non all’altezza non solo dal presidente Renzetti, ma anche dal tecnico Celestini e dal capitano Sabbatini.
Così, il reboante 4-0 dell’esordio a Zurigo è stato ben presto dimenticato e se i successivi passi falsi con Thun (parziale visto lo 0-0, ma dopo aver dominato la partita), Young Boys (0-2) e Sion (0-1) sono stati archiviati con un “ma abbiamo giocato bene”, tali giustificazioni non sono più bastate dopo le brutte sconfitte con San Gallo (3-2) e Basilea (21) in campionato, ma soprattutto dopo l’eliminazione senza attenuanti dalla Coppa Svizzera per mano del leader della lega cadetta Losanna (0-3). La classica goccia che avrebbe potuto far traboccare il vaso e se così non è (per adesso) stato, più che a un repentino cambiamento di carattere del presidentissimo lo si deve ai tempi effettivamente molto stretti (6 partite nei prossimi 17 giorni attendono i sottocenerini), alla mancanza di alternative concrete per la panchina e non da ultimo al pesante contratto che lega la società all’allenatore vodese fino al giugno 2021.
Fatto sta che sul volo per Copenaghen i bianconeri hanno caricato molti più dubbi e tensioni che certezze, ma la speranza come detto è che al ritorno il carico possa essere ben più leggero dopo una prestazione degna di tale nome, che possa aiutare una squadra diventata brutto anatroccolo a tornare il cigno di inizio stagione. Anche perché in caso contrario, il rischio è che nella città che ha dato i natali a uno dei più celebri inventori di fiabe, Hans Christian Andersen, il Lugano targato Fabio Celestini possa fare la fine della piccola fiammiferaia...