Dopo l’ufficio… ansia, mal di stomaco, emicrania, insonnia
Tensioni acute e ansia prolungata sul lavoro possono essere all’origine di ansie, emicranie, dolori fisici. «Chi ci chiede aiuto vive un disagio psico-fisico reattivo a problematiche vissute sul posto di lavoro – come conflitti, stress, burnout, mobbing o molestie. Tra i sintomi più frequenti i nostri pazienti segnalano mal di stomaco, emicranie, dolori muscolo-scheletrici, ansia e disturbi del sonno», ci spiega ancora Liala Cattaneo.
Passare ogni giorno otto ore in un ambiente conflittuale e malsano non fa certo bene. Quando si esauriscono le risorse per gestire un conflitto che magari si trascina da anni, il rischio di ammalarsi è più elevato rispetto a chi vive situazioni meno stressanti e più soddisfacenti. «Le professioni socio-sanitarie, ma anche quelle legate all’insegnamento, sono le categorie più a rischio burnout a causa del possibile logorio emotivo dovuto a relazioni intense e non sempre facili con pazienti, utenti o allievi», precisa la specialista. Sempre più categorie ne sono contagiate. Vittime privilegiate sono quei dipendenti modello, quelli che ogni capo sogna, versatili, disponibili giorno e notte, supermotivati, che tendono a investire tutto o quasi sul lavoro, trascurando sé stessi, la famiglia e i rapporti sociali, che invece sono fattori protettivi molto importanti.
Poi all’improvviso, il crollo, stritolati da un sistema disfunzionale.
«C’è chi resiste nella speranza che la situazione cambi, c’è chi cerca altri percorsi lavorativi, c’è chi invece soccombe e si ammala. A livello di età, la fascia più a rischio è quella tra i 40 e i 50 anni», conclude la professionista.