Il Ppd mira, spara, ma sbaglia
Anche se l’azione su internet non ha toccato politici ticinesi, per Caprara (Plr) ‘screditare l’avversario è un pessimo approccio alla politica’
«È stato fatto un errore, è stato riconosciuto ed è stato corretto». È la conclusione espressa dal presidente del Plr ticinese Bixio Caprara, sulla campagna online – durata in realtà poche ore – del Ppd, con la quale il partito cercava di mettere in cattiva luce diversi esponenti politici di altre formazioni. Martedì, a chi immetteva sul motore di ricerca Google alcuni nomi di politici, appariva come primo risultato il link al sito kandidaten2019.ch. Sembra il nome di un sito ufficiale per le elezioni federali di ottobre, se non fosse per il fatto che accanto al link appariva la scritta ‘Annuncio’, che segnala all’utente quando un contenuto è sponsorizzato. Cliccandoci sopra, si apriva una pagina web che criticava il programma elettorale del partito del candidato cercato. «Screditare l’avversario piuttosto che lavorare per le proprie idee è un pessimo approccio alla politica che non porta da nessuna parte», afferma Caprara a ‘laRegione’. Concretamente, se ad esempio si cercava su Google un candidato dei Verdi conosciuto e si cliccava sul primo risultato visualizzato, si apriva una pagina nella quale si leggeva che il partito ecologista non intende andare alle radici del problema dell’aumento dei costi della salute. La pagina dedicata ai candidati Udc affermava invece che i democentristi con la loro opposizione all’accordo quadro con l’Unione europea, mettono a rischio il modello di successo della Svizzera. Queste affermazioni critiche erano affiancate dallo slogan “Mostrami piuttosto soluzioni vere”, con di seguito la posizione del Ppd sui temi citati .
Oltre ad ‘attaccare’ candidati di partiti di sinistra e di destra – il presidente Gerhard Pfister ha dichiarato ieri a diversi media che si trattava semplicemente di “un confronto tra le nostre posizioni e quelle degli altri” –, i popolari democratici se la sono presa anche con il Plr, ad esempio criticandolo di essere diventato “improvvisamente verde”. Alcuni liberali radicali hanno reagito in modo perlomeno stizzito anche perché in alcuni Cantoni – Ticino compreso – il Ppd è per così dire un partito alleato, viste le congiunzioni di liste annunciate per le Federali. Come a Lucerna dove Damian Müller – che corre assieme ad Andrea Gmür-Schönenberger per il Consiglio degli Stati – si è chiesto su Twitter se questa strategia è mossa dalla “disperazione”. Dal canto suo, la presidente del Plr Petra Gössi ha affermato a Srf che questo modo di fare dimostra che l’obiettivo del Ppd non è quello di trovare un compromesso, come aveva invece sottolineato finora. E in Ticino? Nessun candidato agli Stati o al Nazionale è stato oggetto della campagna discutibile del Ppd. «Noi la congiunzione l’abbiamo fatta con il partito cantonale», afferma Caprara, precisando che nel cantone i popolari democratici non hanno «aderito a questa strategia». Ricorda inoltre che «molti candidati e molte sezioni cantonali del Ppd hanno espresso il loro scarso gradimento, per usare un eufemismo, rispetto a questa iniziativa». Resta il fatto che «la politica non la si fa contro gli altri, ma per le proprie idee», sottolinea Caprara, distanziandosi «da questo modo di fare politica», usato anche da alcuni partiti e politici «nel nostro cantone».
Partiti come l’Udc, che nei suoi manifesti per le elezioni federali ha rappresentato come vermi le formazioni politiche avversarie, così come l’Unione europea. I democentristi – a differenza del Ppd, che è tradizionalmente sempre stato un partito orientato al compromesso – sono conosciuti da anni per la loro politica aggressiva, che attacca gli altri, e non lo hanno mai nascosto. Il tentativo di andare in questa direzione da parte dei popolari-democratici è invece durato meno di 24 ore: ieri chi digitava sul suo computer kandidaten2019.ch raggiungeva una pagina bianca, vuota. L’unica informazione visibile era il logo del Ppd in alto, nell’intestazione. Insomma, sembrerebbe un’ammissione d’errore. E se ciò avrà avuto conseguenze, lo vedremo tra un mese.