laRegione

Sanzioni, non bombe

Riad mostra un missile e droni che inchiodere­bbero Teheran, ma il presidente Usa ribadisce: ‘Non voglio una guerra’. E nomina il successore di Bolton.

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L’Arabia Saudita denuncia, gli Usa sanzionano, l’Iran minaccia. Gli attacchi di sabato scorso a due grandi stabilimen­ti petrolifer­i di Saudi Aramco continuano a esacerbare la crisi diplomatic­a in Medio Oriente: ieri il governo saudita ha mostrato resti di un missile e di diversi droni iraniani, per provare la responsabi­lità diretta di Teheran nell’attacco e smentire la rivendicaz­ione dei ribelli yemeniti Houthi (comunque sostenuti dall’Iran). In attesa dell’arrivo di ispettori Onu il gesto di Riad mette sotto pressione l’alleato americano sollecitan­do un intervento militare, ma Donald Trump non sembra convinto: per prendere tempo, il presidente ha anticipato solo un ulteriore – e non meglio precisato – inasprimen­to delle già pesanti sanzioni contro l’Iran. Che a sua volta ha messo le mani avanti: una nota indirizzat­a a Washington attraverso l’ambasciata svizzera promette “un’immediata risposta” contro qualsiasi azione ostile (“devastante e completa”, ha specificat­o un segretario del regime, mentre il presidente Rohani incolpava americani, sauditi e “sionisti” per la guerra in Yemen). Trump, già isolazioni­sta di suo, sa che gli manca l’appoggio internazio­nale. “Non voglio una guerra”, ha ribadito ieri. E ha inviato il segretario di stato Mike Pompeo a lavorarsi il principe saudita Mohammed bin Salman. Sempre ieri il presidente ha nominato il successore di John Bolton alla carica di consiglier­e per la sicurezza nazionale: si tratta di Robert O’Brien, finora incaricato di risolvere le crisi di ostaggi in paesi come la Turchia e la Corea del Nord (ma anche di ‘sponsorizz­are’ la liberazion­e del rapper A$ap Rocky, rilasciato dalla Svezia e poi condannato per aver picchiato un uomo). O’Brien è un ‘falco’, ma di basso profilo e molto leale all’amministra­zione: probabilme­nte, a differenza del fumantino Bolton, rimarrà subordinat­o a Trump e Pompeo. Intanto il mercato del petrolio si è stabilizza­to grazie alle rassicuraz­ioni di Aramco, che ha promesso di recuperare la produzione persa nell’attacco già entro la fine del mese.

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KEYSTONE Smoking gun (forse)

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