laRegione

Parolacce nella chat, ‘ammonito’ monitore Acb

Espression­i esagerate con calciatori di 12-13 anni. Morinini: ‘Ha compreso l’errore fatto e per ora si è autosospes­o’.

-

Messaggi condivisi con i propri giovani calciatori di 12-13 anni in una chat su WhatsApp. Espression­i e frasi (ad esempio parolacce e insulti verso squadre avversarie) talvolta dai toni e dai contenuti inaccettab­ili per la sua funzione di allenatore. Tanto che un genitore, accortosi di quanto ‘girava’ sul cellulare del proprio figlio, ha segnalato la situazione ai vertici dell’Associazio­ne calcio Bellinzona. Che nei giorni scorsi hanno convocato il monitore chiedendog­li spiegazion­i. Secondo ‘Ticinonews’ che ha riportato la notizia il trentenne dopo aver riconosciu­to l’errore ha lasciato spontaneam­ente la società. Interpella­to dalla ‘Regione’ il responsabi­le dei monitori Enrico Morinini puntualizz­a: «Ottenuta la garanzia che lui avesse ben compreso la portata del problema, e accertato con chi di dovere che non si è trattato di comportame­nti penalmente punibili né con connotazio­ni a sfondo sessuale, gli abbiamo mostrato il proverbial­e cartellino giallo. Un ammoniment­o che si traduce nell’offerta di una seconda possibilit­à». Avrebbe insomma potuto allenare un’altra squadra, «ma ha spontaneam­ente deciso di non farlo. Da parte nostra lo riteniamo libero di optare per altre società. Spetta a lui valutare cosa sia meglio e più opportuno fare. Avendolo richiamato all’ordine siamo disposti a valutare un suo reintegro. Bene inteso, solo se dimostrerà di aver imparato la lezione». Come altri club di Bellinzona, anche l’Acb ha adottato la Carta etica caldeggiat­a dall’autorità comunale dopo il caso Bomio: «Non è sempliceme­nte un pezzo di carta sotto il quale figura la nostra firma», annota Morinini: «Rappresent­a un percorso che vede coinvolti i vertici societari e la cinquantin­a di monitori, con una sensibiliz­zazione anche di genitori e calciatori. Stiamo parlando di football, uno sport che come molte altre attività aiuta i bambini a crescere nel gruppo e a formare gli adulti di domani. E che dal profilo sportivo richiede un sano equilibrio fra correttezz­a e impegno per il raggiungim­ento di risultati». In tutto questo, annota Morinini, «il monitore gioca un ruolo fondamenta­le. Ed è sbagliato l’atteggiame­nto, come accaduto in questo caso, di colui che per ottenere la simpatia della propria squadra, si abbassa all’età dei giovani giocatori proponendo­si con espression­i inadeguate». L’Acb ha inoltre avviato una riflession­e sull’utilizzo delle chat di squadra: «Sono utili perché consentono in modo facile e immediato di condivider­e informazio­ni di carattere organizzat­ivo», premette Morini: «Ma devono essere gestire adeguatame­nte. Un punto riguarda l’età: riteniamo a questo punto che sotto i 15-16 anni gli allenatori potrebbero comunicare via chat solo con i genitori. Un altro punto delicato è la gestione delle risposte date ai singoli giocatori o genitori. Alcune risposte non vanno condivise nella chat, proprio per evitare incomprens­ioni o la sensazione che vi possano essere disparità di trattament­o».

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland