Occhio a Tir e limiti di velocità
I controlli sul traffico autostradale raddoppiano (come le divise) da Grandate a Mendrisio
Anche gli agenti della Gendarmeria e della Polizia stradale italiana adesso si muoveranno in pattuglie miste
Automobilisti e camionisti che valicano la frontiera autostradale d’ora in poi avranno addosso gli occhi di due Corpi di polizia; e in un sol colpo. Chi ha il piede pesante (sull’acceleratore) così come i furbetti del cronotachigrafo (dei Tir) sono avvertiti. A marzo ad aprire la via dei controlli congiunti italo-svizzeri a cavallo della dogana erano state le Guardie di confine e la Polizia di Stato. Oggi (o meglio da mercoledì) a muoversi in pattuglia... mista tocca ad agenti del V reparto della Gendarmeria della Polizia cantonale e del Compartimento della Polizia stradale per la Lombardia. Dalla barriera di Como Grandate allo svincolo dell’A2 a Mendrisio le divise blu – in totale una ventina gli agenti coinvolti dopo una formazione mirata – lavoreranno spalla a spalla (per ora un paio di volte al mese), raddoppiando, di fatto, la vigilanza sulla fascia di frontiera e la prevenzione a vantaggio degli utenti della strada. Questo è, del resto, un ulteriore atto dell’applicazione sul terreno dell’intesa firmata a livello politico e operativo fra i due Paesi. A dare via libera a chi è al fronte c’è l’Accordo sulla cooperazione di polizia e doganale stretto tra il Consiglio federale e il governo italiano (del 14 ottobre 2013); a guidarli il vademecum ratificato il gennaio scorso a Roma. Presto a seguire l’esempio del Ticino sarà anche il Canton Grigioni, che si accinge a formalizzare un patto con i vicini, allungando così la linea di confine messa sotto sorveglianza dalle forze dell’ordine.
Il primo test, ieri mattina, è all’area di servizio autostradale di Coldrerio. Per quanti sono finiti nelle maglie dei controlli – come l’autista di un camion con targhe del Lussemburgo – il caffè di metà viaggio è risultato (forse) un po’ più amaro del solito. Ma ne va della sicurezza dei viandanti dell’autostrada. Questo accordo di collaborazione quali strumenti restituisce in più? «Ci dà modo di ampliare un’attività regolare che già svolgevamo al confine con le pattuglie italiane – spiega a ‘laRegione’ il capitano Marco Guscio, responsabile del V reparto della Gendarmeria stradale –. Adesso, infatti, abbiamo la possibilità di poter uscire dall’area di frontiera e spostare il perimetro d’azione fino a Mendrisio, rispettivamente a Grandate. Lavorare al fianco dei colleghi – ben formati e motivati – porta poi un valore aggiunto, permettendoci di far capo alle loro conoscenze sul piano tecnico e della banca dati, e facilitando altresì uno scambio sul piano umano e professionale». E vista al di là del valico, che significato ha? «La collaborazione di sicuro permette di aumentare l’incisività del controllo – conferma, dal canto suo, il commissario capo Filippo Franchi, dirigente della Polizia stradale di Como –. La possibilità di effettuare dei pattugliamenti misti dà modo di condividere le conoscenze e i principali protocolli operativi; e ciò aiuta entrambi. Avere un supporto logistico e infoinvestigativo è molto utile nella prassi lavorativa». In buona sostanza, verificare i dati di un automobilista italiano in territorio svizzero (e viceversa) sarà più semplice e veloce. «Un’altra possibilità – richiama Guscio – riguarda il traffico pesante – con i suoi 3mila autocarri in transito nelle due direzioni: sotto osservazione finisce l’1 per cento, ndr –. Uno degli elementi più sensibili al momento è lo stato del conducente, che è l’anello debole. In Svizzera vige il divieto notturno di circolazione per i Tir. Attorno al nostro Paese, che io sappia, questo veto non esiste. Così – esemplifica il responsabile – finisce che l’autista partito da Brindisi la sera, raggiunge Milano e lì, una volta trafficato sui sistemi di controllo delle ore di guida (pur digitali e venduti come non taroccabili), si fa risultare che il trasporto è partito la mattina seguente dal deposito e che, magari, si è pure cambiato camionista. In realtà chi è alla guida arriva qui già esausto. Circostanza difficile da provare. Ebbene, l’intesa con gli agenti della Stradale italiana ci consente di effettuare le verifiche del caso, risalendo a ritroso il tragitto compiuto dal mezzo, e riuscendo a fermare il suo viaggio verso nord, prima che chi è al volante affronti anche la galleria del Gottardo». E il trasporto professionale di merci e persone (oltre al rispetto del Codice della strada) è l’aspetto che anche gli agenti italiani intendono tenere sotto stretta osservazione. «Ci focalizzeremo sulla verifica dei tempi di guida, sulle norme internazionali e sui limiti di velocità», sottolinea il dirigente. Si verificano molte violazioni? «La più diffusa è quella sui tempi di guida, dovuta a necessità di tipo economico, non tanto alla volontà dell’autista. Certo, l’aumento del numero di ore è proporzionale al rischio di incidentalità stradale. E noi – ribadisce Franchi – dobbiamo tutelare tutti gli utenti». Farlo in... coppia sarà più efficace. Ci credono tutti.